«La parola di Paolo VI
antidoto all’egoismo
e alla meschinità»

L’arcivescovo di Milano ha celebrato ieri la messa a Concesio Nella parrocchiale si sono dovute rispettare le misure anti-contagio

Umiltà, misericordia e mitezza., Le stelle polari dell’apostolato di Paolo VI sono state sublimate ieri dall’omelia di monsignor Mario Delpini., L’arcivescovo di Milano ha officiato la messa in occasione delle celebrazioni del centenario dell’ordinazione sacerdotale di Giovan Battista Montini promosse a Concesio., Monsignor Delpini ha aperto la sua riflessionecon una serie di domande di profonda attualità., «C’È UN RIMEDIO a quella ostinazione a litigare, a insistere nei confronti per affermare se stessi, a rivendicare il primato, a imporre la propria idea?, C’è un rimedio alla contrapposizione dei gruppi e delle diverse organizzazioni dentro la stessa comunità cristiana?», si è domandato l’arcivescovo di Milano., «C’è un rimedio alla vanagloria, all’atteggiamento di chi sempre esibisce i propri meriti, sempre si impone all’attenzione degli altri, sempre dice “io”, “io”?»., Monsignor Delpini si è domandato se esiste un antidoto alla meschinità, un rimedio «allo sguardo miope che non sopporta la misericordia di Dio e vorrebbe vedere gli altri puniti per i loro errori e se stessi premiati per i propri meriti», una cura «al disprezzo verso chi è buono, invece che severo, verso chi perdona invece che punire, verso chi ha pazienza invece di reagire con durezza»., Le risposte - secondo l’arcivescovo - sono racchiuse nei rimedi proposti dall’apostolo Paolo: «non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.

Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri., Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Gesù»., Anche San Paolo VI «può offrire una proposta affascinante nella preghiera con cui concluse l’omelia tenuta quando ordinò un numeroso gruppo di diaconi, per celebrare il 50esimo della sua ordinazione presbiteriale - ha affermato monsignor Delpini -., Vieni, o Spirito Santo, e dà a questi ministri del popolo di Dio un cuore grande, aperto alla tua silenziosa e potente parola, e chiuso ad ogni meschina ambizione, alieno da ogni miserabile competizione - ha esortato l’arcivescovo di Milano citando appunto il Papa santo -, un cuore grande e avido d’eguagliarsi a quello di Gesù, proteso ad amare tutti, a tutti servire, per tutti soffrire., Un cuore grande e forte a sostenere ogni tentazione, ogni prova, ogni noia, ogni stanchezza, ogni delusione, ogni offesa»., Monsignor Delpini ha aggiunto: «ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso., Lo fece Gesù che umiliò se stesso: è la pratica della sapienza che insegna a non lasciarsi abbagliare dalle apparenze, a considerare il vuoto che sta dietro molte apparenze, l’infelicità dissimulata da molte maschere»., IL CUORE grande ha proseguito l’arcivescovo «è nella persona che condivide la misericordia e crea la civiltà dell’amore., Dona a tutti noi, Signore, la dedizione a costruire la civiltà dell’amore che il santo Papa Paolo VI ha insegnato, ha sognato, ha indicato come missione irrinunciabile per dare volto umano a questa storia, a questa terra»., •

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