Orgoglio venatorio,
tremila «sì»
alla caccia

Gardone Valtrompia, "Orgoglio venatorio" (FOTOLIVE)

Si sentono «accerchiati»: dalle «campagne denigratorie ambientaliste», dai «costi della burocrazia», da leggi «sempre più penalizzanti e restrittive».

Ma nonostante tutto e tutti non rinunceranno mai alla loro passione. Lo hanno ripetuto come un mantra, con toni e striscioni goliardici magari a tratti decisamente sopra le righe, i circa 3 mila cacciatori che ieri hanno sfilato a Gardone Valtrompia in occasione della giornata dell’«Orgoglio venatorio».

LE «DOPPIETTE» sono arrivate da tutto il Nord Italia ma anche dal centro e persino dalla Puglia e dalla Campania.

Un happening dai toni pacifici e festosi per sensibilizzare l’opinione pubblica su temi ritenuti molto seri dal popolo delle doppiette, che tuttavia ha avuto anche momenti di tensione. A fare da detonatore lo striscione srotolato da un gruppo di animalisti sul lato opposto del parco del Mella che faceva da cornice ieri pomeriggio al corteo. Alla vista della scritta cubitale «Basta caccia», una cinquantina di seguaci di Diana ha ceduto inopinatamente alla provocazione cercando lo scontro fisico con i «no-caccia». Il servizio d’ordine coordinato dal capitano Piermarco Boretaz, comandante della compagnia dei carabinieri di Gardone Valtrompia, ha funzionato incisivamente evitando che lo scambio di insulti da curva da stadio, accompagnato dall’accensione di fumogeni da parte degli animalisti, degenerasse. Le persone più agitate sono state identificate dai carabinieri. La calma è tornata rapidamente anche alla fine di via Mameli, in località Cornelle, dove si era acceso un altro piccolo focolaio di tensione. La manifestazione, riuscita peraltro nell’impresa di coagulare tutte le associazioni venatorie bergamasche e bresciane, da sempre divise da uno spirito di campanile e corporazione, è dunque proseguita senza problemi. E proprio dalla base è venuto l’appello all’unitarietà del movimento. «Siamo sempre di meno, che senso ha dividerci? - si domanda il capodelegazione di una comitiva proveniente da Bergamo -. Se le associazioni facessero quadrato si potrebbero promuovere iniziative unitarie e migliorare l’immagine dei cacciatori. Abbiamo bisogno di campagne che spieghino alla gente che non siamo distruttori dell’ambiente. È nel nostro interesse tutelare il territorio dove pratichiamo il nostro hobby. Qualcuno si dimentica che siamo per esempio le prime sentinelle contro i piromani dei boschi montani».

SUL PUNTO insiste molto anche Fortunato Busana. «Noi amiamo la natura e la rispettiamo - spiega il presidente provinciale dell’Acl di Bergamo -: ci fa piacere respirare un’aria amica in Valtrompia. Siamo troppo spesso vittime di campagne denigratorie, frutto di pregiudizi. La caccia non si può praticare in un ambiente inquinato, degradato e cementificato: per questo siamo in prima linea nella tutela del territorio. Brescia ha saputo mantenere intatti e radicati i valori venatori: dalla Valtrompia può partire il riscatto dei cacciatori». A questo proposito le «doppiette» hanno molto apprezzato la visita al museo delle armi. Carlo Bravo è entrato poi nel merito delle rivendicazioni della giornata dell’Orgoglio venatorio, promossa sotto l’egida del Comune di Gardone Valtrompia, del Consorzio Armaioli Italiani e della Comunità Montana. «Chiediamo ai politici di proseguire la battaglia in difesa della caccia in deroga e dei roccoli - spiega il presidente regionale dell’Acl -. Auspichiamo di poter continuare a cucinare lo spiedo tradizionale bresciano con uccelli selvatici. Vorremmo in questo senso un maggiore coraggio da parte del Governo, che deve rispettare anche i cittadini cacciatori. Vorrei ricordare soltanto che la caccia, in un periodo di crisi, garantisce un indotto di 92 mila posti di lavoro».

Suggerimenti