«Quel cementificio è obsoleto»

Il cementificio di Tavernola, oggetto dei rilievi di Legambiente

«La recente sentenza del Tar del Lazio, che autorizza sedici cementifici - compreso quello di Tavernola, tra gli impianti più obsoleti - a bruciare i rifiuti, non tiene conto sia degli obiettivi europei sulla raccolta differenziata ed il riciclo, sia dell’eccesso di capacità di inceneritori nel nostro Paese per attivare i cementifici»., CON QUESTA NOTA, il Circolo Legambiente Basso Sebino sottolinea che «all’industria del cemento vengono assegnate da 15 anni quote di Co2 gratuitamente - spiega il presidente Dario Balotta -: un vero e proprio sussidio, dal momento che molti impianti sono rimasti fermi, o quasi., Applicando il dispositivo del Tar - fa notare ancora l’esponente di Legambiente - si dovrebbero anche pagare i cementifici per bruciare rifiuti».

La capacità di produzione dei cementifici italiani, ancora secondo Balotta, «è strutturalmente sovradimensionata rispetto alla domanda, senza dimenticare che la proprietà è quasi tutta straniera e gli occupati del settore - altro aspetto evidenziato dal presidente di Legambiente Basso Sebino - sono circa un decimo della forza lavoro delle energie rinnovabili., Oltre che da un punto di vista industriale, neppure a livello strategico si capisce la necessità di trovare una soluzione ai problemi di approvvigionamento energetico di un settore obsoleto anche nelle prospettive del “green new deal europeo., Questo in particolare - è la conclusione riferita all’impianto affacciato sul lago d’Iseo - proprio nel cementificio di Tavernola dove non si sono viste significative innovazioni dei modelli produttivi a più basso impatto ambientale»., •

Suggerimenti