Via libera agli
scavi nel «bacino
dei veleni»

La decisione di autorizzare i progetti nell’Ate 45 fa discutere BATCH

Una nuova minaccia ambientale si staglia all’orizzonte del già martoriato territorio di Montichiari. Ignorando le perplessità espresse dall’Ats e la netta opposizione del Comune la Provincia ha autorizzato il progetto di escavazione per l’Ate 45. Le società Sole Immomec, Bicelli Scavi e Mazza potranno aprire i bacini estrattivi in una delle aree più delicate e vulnerabili di Montichiari. Nella zona riposa il cimitero di scorie mai bonificato della cava dismessa Bicelli trasformata in discarica. La mancata messa in sicurezza del sudario di 45 mila metri cubi e delle altre due ex cave Baratti e Accini è al centro di un procedimento giudiziario a carico di due ex sindaci di Montichiari.

L’ULTIMO TENTATIVO di mettere in motola bonifica risale al giugno 2014: il Comune ha firmato un’ordinanza di rimozione dei rifiuti alla ditta Sole Immomec e alla società Systema Ambiente. La richiesta di presentare un piano di bonifica è stato impugnato dalle società davanti al Tar che ha accolto il ricorso dei privati. I rifiuti restano insomma dove sono e anzi, tutt’attorno si comincerà presto a scavare con potenziali effetti imprevedibili su scorie la cui natura - sicuramente nociva - non è stata ancora identificata, mancando un piano di caratterizzazione. Una circostanza che aveva spinto l’Amministrazione comunale ad esprimere in sede di Conferenza dei servizi parere negativo sul piano di escavazione.

MA L’ALLARME LANCIATO dal Comune non ha trovato sponda delle autorità sanitarie: l’Arpa non si è nemmeno pronunciata chiamandosi fuori da ogni valutazione, l’Ats si è limitata a prescrizioni generiche, ovvero «che il progetto non comporti un impatto significativo su una situazione già critica sia dal punto di vista ambientale che di quello della salute pubblica». A quel punto l’iter autorizzativo è diventato in discesa anche se il nuovo progetto non prevede più l'escavazione in falda. Il volume complessivo estraibile è stato fissato in 261.989 metri cubi su una superficie di 148.243 metri quadri. Per non coinvolgere nell'escavazione le acque sotterranee, sono stati ridimensionati gli iniziali volumi di escavazione di 547.307 metri cubi.

IL VIA LIBERA della Provincia al progetto delle aziende per l'escavazione nell'Ate 45 è stato concesso a patto che l'attività di scavo venga mantenuta «a distanza non inferiore di 10 metri dal luogo in cui sono sepolti i rifiuti» ed infine «dovranno essere adottate tutte le misure necessarie per evitare rischi di contaminazione della falda ed intervenire tempestivamente nel caso si verifichino eventuali sversamenti accidentali di sostanze potenzialmente inquinanti sulle aree oggetto di escavazione». Garanzie di massima che non lasciano certo tranquilla l’Amministrazione civica e più in generale la popolazione.

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