ITALIA

A scuola il giorno
dopo il terrore: «Salvi
grazie al gioco di squadra»

Il pullman incendiato
Il pullman incendiato
Il pullman incendiato
Il pullman incendiato

Agli alunni della seconda media della scuola Vailati di Crema è tornato il sorriso. Sono tornati in aula in una ventina dei 51 che ieri si sono ritrovati sequestrati su un autobus al quale il conducente, Ousseynou Sy, italiano di origine senegalese, ha poi dato fuoco a San Donato, nel Milanese. In classe, con l’aiuto di esperti e insegnanti hanno ripercorso la mattinata di terrore, cercando di «valorizzare quanto hanno avuto in termini di forza nel loro comportamento», come spiegato dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi e dalla direttrice scolastica Cristina Rabbaglio. Perchè questi dodicenni hanno dimostrato una lucidità e una freddezza da fare invidia a qualsiasi adulto, «facendo un lavoro di squadra», sottolineano le due donne. 

Chi era stato obbligato a legare i polsi dei compagni con delle fascette da elettricista, per esempio, ha fatto in modo di non stringerle più di tanto, così che potessero liberarsi. Su tutti Ramy, ragazzino di origine nordafricana piccolo eroe che vuole diventare carabiniere, il quale, nascosto il telefono cellulare all’autista, ha finto di pregare in arabo mentre, in realtà, stava avvertendo il padre che l’autobus era sotto sequestro. Con loro un’assistente scolastica, quella che un tempo si chiamava bidella, che racconta: «Diceva cose un po' strane, non ho capito subito, la paura è stata tanta. Per me era lucido. Parlava dell’aeroporto di Linate,diceva "non voglio farvi del male". Mi ha costretto a spargere due taniche di benzina. Aveva un coltello e mi sembra una pistola (in realtà, spiega l’avvocato di Sy, Davide Lacchini, era il fodero del coltello che portava per autodifesa).

«Parlava dei bambini del Mediterraneo - continua la donna -. È durato tutto un’ora e un quarto: si fermava, mi faceva oscurare i vetri con una bomboletta spray poi ripartiva. Se non ci liberavano i carabinieri non so. Ho visto arrivare i carabinieri e lui ha cominciato a tamponarli, ha anche investito un poliziotto a piedi, un’equipe formidabile: ci hanno tirato fuori tutti«. Non ci si è dilungati, tra i bambini, sulla figura di quell’uomo, alto e grosso, che aveva alle spalle una condanna per violenza sessuale a un anno per aver tentato di molestare una diciassettenne proprio a bordo di un autobus che stava conducendo, nè della sua condanna a 680 euro per guida in stato d’ebbrezza risalente al 2008. .

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