Mario Biondi show
«I miei sogni realtà
con tanta energia»

di Claudio Andrizzi

Il primo weekend di primavera riporta il ritmo di Mario Biondi sul palcoscenico del Palabrescia: ad un anno di distanza dal precedente show, il soulman di origini siciliane torna nel teatro di via San Zeno con il «Best of Soul Tour», spettacolo retrospettivo che celebra i suoi primi dieci anni di carriera. L’appuntamento è in programma per le 21: 65, 55 e 35 euro il costo dei biglietti disponibili alle casse. Partito lo scorso 6 marzo da Crema ed atteso in replica in tutta Italia fino alla fine di aprile, il tour arriva sull’onda del successo riscosso dall’omonima doppia antologia celebrativa (con 7 inediti). Ai fan bresciani Biondi promette oltre 2 ore di musica con una band in grande spolvero.

«VERO, avremo un palco guarnito di musicisti preparati, attenti e molto carichi – racconta l’artista -. In particolar modo avrò con me due coriste come Serena Brancale e Serena Carman che non sono certo volti nuovi della musica». Il bilancio delle prime date è assolutamente positivo. «Abbiamo trovato tanta energia, ovunque c’è stata un’accoglienza eccezionale da parte di un pubblico partecipe e attento ai minimi dettagli di un concerto ricco di excursus musicali e stilistici. Ho notato una grande voglia di condivisione, ma anche la disponibilità a farsi coinvolgere al momento giusto. Sono certo che passeremo una grande serata anche a Brescia, città alla quale mi legano amicizie molto care ma anche ricordi bellissimi come il video del mio singolo “Love is a temple” girato nei magnifici giardini del Vittoriale di Gardone Riviera».

Classe 1971, Biondi ha debuttato nel 2006 con l’album «Handful of soul», riscuotendo subito una vasta eco grazie al successo del singolo «This is what you are». Da allora è diventato uno degli artisti soul più apprezzati anche all’estero, come testimoniano le collaborazioni con Burt Bacharach, Earth, Wind & Fire, Leon Ware, Al Jarreau, Chaka Khan e Bluey degli Incognito.

«La realtà è andata oltre ogni mia aspettativa – dice -, ho realizzato tanti sogni che credevo impossibili, riuscendo a cantare con tutti i miei eroi».

Ma secondo Mario l’italiano quali sono i nomi che oggi incarnano meglio la tradizione soul? «C’è una bella corrente di voci interessanti come Rag ’n’ Bone Man, che magari propendono di più verso il pop. Anche nomi come Beyoncé e John Legend mantengono vivo il contatto con le radici. Anche se poi io vado a risentirmi il vecchio Stevie Wonder. Qualche giorno fa ho messo su il suo album “Characters” del 1987: straordinario, mi lascia sempre a bocca aperta. Come il compianto Al Jarreau del resto: lo ascoltai per la prima volta nel 1982 e da allora per me è cambiato tutto».

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