Wang, stella vivace e luminosa Chapeau all’orchestra autodiretta

Calorosi applausi alla fineYuja Wang: primo brano il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven Wang di spalle al pubblico, come si usava nel ’700, al centro della Chamber Orchestra of Europe
Calorosi applausi alla fineYuja Wang: primo brano il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven Wang di spalle al pubblico, come si usava nel ’700, al centro della Chamber Orchestra of Europe
Calorosi applausi alla fineYuja Wang: primo brano il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven Wang di spalle al pubblico, come si usava nel ’700, al centro della Chamber Orchestra of Europe
Calorosi applausi alla fineYuja Wang: primo brano il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven Wang di spalle al pubblico, come si usava nel ’700, al centro della Chamber Orchestra of Europe

Luigi Fertonani Se c’è una dote che non manca alla pianista Yuja Wang è senza dubbio quella dell’estrema determinazione, di una sicurezza che nulla riesce a scalfire: e l’ha dimostrato ancora una volta ieri sera davanti a un pubblico bresciano che affollava fino agli ultimi posti il teatro Grande per il concerto inaugurale della nuova stagione. LA PRIMA prova che l’attendeva era il Concerto n. 1 op. 15 di Beethoven, che Yuja Wang tra l’altro dirigeva dalla tastiera di un pianoforte rivolto direttamente alla Chamber Orchestra of Europe e voltando la schiena al pubblico, come si usava del resto nel Settecento. Il complesso era stato debitamente ed egregiamente concertato dal primo violino Lorenza Borrani, e questo ha permesso alla pianista cinese di concentrarsi senza problemi sulla sua parte solistica. Dobbiamo dire che non abbiamo apprezzato alcune durezze iniziali nell’esposizione dei primi temi, dopo la lunga introduzione orchestrale, ma per fortuna il discorso si è fatto più morbido nel Largo centrale, prima del vivacissimo Rondò finale. Ed è proprio nei movimenti veloci che Yuja Wang riesce a essere davvero convincente e coinvolgente, attirando in modo magnetico su di sé lo sguardo del pubblico che l’ha applaudita a lungo e con calore. UNA LODE particolare va senza dubbio espressa nei confronti della Chamber Orchestra of Europe, complesso strepitosoe che si è dimostrato una volta di più all’altezza delle aspettative: anche perché nei due brani di Mendelssohn in programma, l’Ouverture da La Bella Melusina op. 32 e soprattutto nelle musiche di scena del Sogno di una Notte di Mezza Estate op. 21 si è autodiretta, ovviamente rispettando alla lettera il prezioso lavoro fatto da Lorenza Borrani. Qui le sezioni funzionano perfettamente. Anche i fiati, che molte volte sono il tallone d’Achille di un’orchestra pur egregia, funzionano perfettamente e con una limpidezza impeccabile. Il finale della bellissima serata ha proposto l’Andante spianato e Grande Polacca brillante op. 22 di Chopin nella versione con orchestra per la seconda parte: e qui Yuja Wang ci è sembrata particolarmente in forma nell’affrontare il vertiginoso finale, applauditissima dal pubblico per interi minuti. •

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