Il campanile restaurato diventa un «balcone» per osservare la pianura

di R.C.
La sommità della torre campanaria di Borgo San Giacomo
La sommità della torre campanaria di Borgo San Giacomo
La sommità della torre campanaria di Borgo San Giacomo
La sommità della torre campanaria di Borgo San Giacomo

I campi sterminati e i boschi scomparsi hanno cancellato quasi ogni barriera per uno sguardo orizzontale sulla Bassa; ma ci sono pur sempre i capannoni a ostruire la vista, e allora perché non provare a godere del panorama della pianura salendo su un osservatorio di tutto rispetto? Presto si potrà fare approfittando dell’apertura al pubblico del campanile di Borgo San Giacomo, che con 55 metri di altezza è un punto di vista davvero imperdibile. LA SVOLTA si è completata da alcuni giorni, e viene evidenziata anche dai piccioni che volano inutilmente attorno alla torre: l’accesso a tutte le 8 finestre della cella campanaria è ora impedito da reti anti piccione. Una volta sbarrata la costruzione, grazie alle offerte della comunità guidata dal parroco don Renato Baldussi, è stata sistemata, e con essa le 10 campane che sono state pulite. I battacchi sono stati riforgiati e i ceppi verniciati insieme a ruote e telai e di tutto il castello. L’operazione è costata circa 12 mila euro ed è stata eseguita dall’impresa campanaria Sabbadini di Fontanella (Bg). «L’intervento era urgente a causa del degrado della cella causato proprio dai piccioni - ricorda il parroco -. Sono stati portati a terra 12 sacchi colmi di guano ma adesso il campanile è in sicurezza e pulito, e presto organizzeremo una cerimonia di apertura al pubblico - aggiunge don Renato -, perché anche le scale sono state sistemate e si può salire fino alle campane». Poi sarà appunto necessario rivolgersi a don Renato per godere dell’emozione della vista sulla pianura dall’alto di un campanile eretto nel 1710, e dotato pochi anni dopo di una imponente cupola alta 23 metri. Trascorso circa mezzo secolo la cupola, già incendiata dai fulmini di un temporale, non resistette a un nuovo nubifragio e precipitò con le campane, le scale, i solai. La torre venne riparata, ma i gabianesi rinunciarono alla cupola, consolandosi perché la loro torre poteva apparire un’imitazione rurale del monumento giottesco e sopportando l’ironia dei contadini dei paesi vicini, dove si diceva che sul campanile di Borgo era stato issato un bue per brucare l’erba che vi era cresciuta.

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