Nella legnaia abbandonata spunta un carico di marijuana

I sette chili di  stupefacente sequestrati  nella  legnaia a Calvisano
I sette chili di stupefacente sequestrati nella legnaia a Calvisano
I sette chili di  stupefacente sequestrati  nella  legnaia a Calvisano
I sette chili di stupefacente sequestrati nella legnaia a Calvisano

Valerio Morabito Avevano riconvertito una legnaia abbandonata di Calvisano in un centro logistico per lo smercio della marijuana. La materia prima era suddivisa in tanti sacchetti di cellophane termosaldati per evitare che l’umidità disperdesse i principi attivi della sostanza stupefacente. NEL MAGAZZINO, ben nascosta fra la legna, i carabinieri ne hanno scoperti sette chili. Proprio il sostanzioso quantitativo di stupefacente fa ritenere agli inquirenti che la coppia di 25enni di Bedizzole arrestata, più che spacciare direttamente gestisse una rete di piccoli pusher. Un aspetto su cui faranno luce le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Calvisano guidata dal maresciallo capo Carmelo Stella. Gli investigatori avevano da settimane scoperto l’attività di spaccio dei due giovani, ma volevano individuare il luogo dove nascondevano la merce. I carabinieri hanno così promosso una serie di appostamenti nei luoghi frequentati dai 25enni. Quello decisivo è arrivato martedì. La coppia di giovani, sotto lo sguardo dei militari che mimetizzati sorvegliavano il teatro del blitz, si è aggirata con circospezione fra i capannoni dell’area artigianale alle porte del paese. Poi sono entrati nel deposito per la legna. A questo punto sono entrati in azione i carabinieri che hanno sorpreso i due spacciatori mentre recuperavano un sacchetto pieno di stupefacente occultato nel capannone. La meticolosa perquisizione della legnaia ha consentito ai carabinieri di ritrovare 14 involucri in cellophane, perfettamente confezionati e sigillati, contenenti ciascuno 500 grammi di sostanza stupefacente, per un totale di 7 chilogrammi di marijuana. Scattato l’arresto, i due 25enne sono comparsi ieri davanti al giudice che ha convalidato la misura cautelare, disponendo tuttavia che gli indagati restino agli arresti domiciliari fino al processo. Le indagini proseguono: i carabinieri stanno cercando di ricostruire attraverso la memoria degli smartphone dei due pusher la rete di spaccio, i fornitori ed eventuali itermediari. Stando a quanto già emerso dagli accertamenti, la piazza di spaccio dei pusher era localizzata per lo più sul lago di Garda. I clienti erano soprattutto i giovanissimi della movida notturna. Quanto alla provenienza, i due ragazzi finiti nei guai utilizzavano un canale di rifornimento molto vicino. Da appurare se i 7 chilogrammi di marijuana fossero totalmente in gestione alla coppia o il lotto fosse stato acquistato in comproprietà con altri spacciatori. Aspetti su cui cercheranno di fare luce i carabinieri che per scovare lo stupefacente si sono dovuti arrampicare fino a 2 metri e mezzo di altezza dove i sacchetti di droga erano incastrati nelle intercapedini delle cataste di legna. •

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