«Riciclano» le allodole
solo ferite dai pallini
per farne degli zimbelli

Il materiale sequestrato dai carabinieri forestale nella Bassa
Il materiale sequestrato dai carabinieri forestale nella Bassa
Il materiale sequestrato dai carabinieri forestale nella Bassa
Il materiale sequestrato dai carabinieri forestale nella Bassa

Dopo la chiusura per legge dei roccoli la corsa clandestina al richiamo vivo per la caccia da appostamento ha trovato ancora più praticanti. Molti capannisti risolvono il problema piazzando reti o prodine, altri si riforniscono dai commercianti, che vendono (illegalmente) a prezzi elevati. Così qualcuno ha inventato un’altra forma di agghiacciante fai da te.

Lo ha testimoniato l’esito di una operazione portata a termine nei giorni scorsi a Calvisano dai carabinieri forestale della stazione di Vobarno che ha portato alla denuncia di tre cacciatori, da appostamento e vagantisti, per l’uso dei vietatissimi richiami elettroacustici. L’attività ha interessato anche il territorio di Montichiari, ma è su quello calvisanese che i militari hanno sorpreso padre e figlio alle prese non solo con i «fonofil», ma anche con richiami vivi «speciali».

I due stavano sparando alle allodole, e durante il controllo i carabinieri forestale ne hanno trovate alcune ferite e sanguinanti ma vive stranamente chiuse in scatole: c’è voluto poco per appurare che i cacciatori sottoposti al controllo recuperavano gli esemplari sopravvissuti casualmente alle fucilate cercando di farli sopravvivere, per trasformarli appunto in futuri richiami vivi una volta «certificati» con l’apposizione di anellini di identificazione manomessi.

UNA ULTERIORE conferma è arrivata dagli esami radiografici effettuati proprio sulle allodole già impiegate per questo scopo in un Centro per il recupero degli animali selvatici: alcuni esemplari mostravano i segni di vecchie ferite da pallini.

Nella stessa giornata anche i colleghi della stazione di Gavardo hanno passato al setaccio la Bassa, e hanno denunciato altri tre capannisti sul territorio di Carpenedolo; in entrambi i casi ancora per l’uso dei fonofil, e in uno anche per l’abbattimento di specie protette; stavolta di una pispola. Infine, i militari gavardesi hanno verbalizzato nelle ultime ore anche un migratorista al Lucone, sul territorio di Polpenazze; sempre per un richiamo elettronico ma anche per il possesso di due cesene vive senza anellino di riconoscimento sulle zampe.P.BAL.

Suggerimenti