Champions dello
spiedo, trionfa
Quinzano

di Luciano Scarpetta
Gli specialisti Michele Ducoli  di Folzano e Ale Gazzoli da Botticino  Il professor Francesco MuscettaMarcello Numa  di Quinzano è stato incoronato «mastro spiedatore» dalla Congrega dello spiedo I «debuttanti» di Polpenazze Francesco Borraccino abdica Sergio Cobelli di Salò all’opera
Gli specialisti Michele Ducoli di Folzano e Ale Gazzoli da Botticino Il professor Francesco MuscettaMarcello Numa di Quinzano è stato incoronato «mastro spiedatore» dalla Congrega dello spiedo I «debuttanti» di Polpenazze Francesco Borraccino abdica Sergio Cobelli di Salò all’opera
Gli specialisti Michele Ducoli  di Folzano e Ale Gazzoli da Botticino  Il professor Francesco MuscettaMarcello Numa  di Quinzano è stato incoronato «mastro spiedatore» dalla Congrega dello spiedo I «debuttanti» di Polpenazze Francesco Borraccino abdica Sergio Cobelli di Salò all’opera
Gli specialisti Michele Ducoli di Folzano e Ale Gazzoli da Botticino Il professor Francesco MuscettaMarcello Numa di Quinzano è stato incoronato «mastro spiedatore» dalla Congrega dello spiedo I «debuttanti» di Polpenazze Francesco Borraccino abdica Sergio Cobelli di Salò all’opera

Si fa presto a dire spiedo. Il piatto simbolo della brescianità va cucinato come la tradizione comanda. E ieri la tradizione comandava ai mastri spiedatori di superarsi per conquistare la corona provinciale che, visto l’origine territoriale della ricetta, equivale a quella nazionale.

LA CHAMPIONS dello spiedo, come è stata subito battezzata all’esordio del 2016, è andata in scena ieri al pattinodromo di Toscolano Maderno sotto l’egida della Pro loco.

Quattordici gli sfidanti ufficiali del «mastro spiedatore» in carica, Francesco Borraccino di Quinzano. Tutti giunti nell’alto Garda sfoggiando vittorie e successi conquistati nelle rassegne che hanno scandito l’estate ad ogni latitudine della provincia.

Fuochi accesi dalle 7,30 alle 13. Cinque ore e mezzo per mettere a frutto piccoli segreti ed esaltare accorgimenti tesi ad esaltare la cottura. C’è chi prova ad andare sul sicuro, come Francesco Muscetta di Toscolano: il docente dell’istituto alberghiero Caterina de Medici a Gardone Riviera (secondo nel 2016), propone la versione «classica» con burro di malga e foglie di salvia ad insaporire la carne durante la cottura.

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro e Ruggero «Basì» Samuelli, Taverini Denise e Daniele Sinibaldi di Gaino che ripassano a memoria una ricetta tramandata di generazione in generazione.

Per Sergio Cobelli di Salò invece, «appaga sempre il palato anche la presa di coniglio tra i rotolini di pancetta che non si secca e resta sempre morbida». Qualcuno cucina con un pizzico di malinconia. «Potremmo stare a disquisire di stili di cottura e di materie prime per ore e ore – sottolinea rammaricato dal suo tamburo la vecchia gloria di Vestone Marco Scaglia, custode della tradizione culinaria della Valsabbia –, ma l’unica certezza è che senza uccelli il piatto perde decisamente appeal».

SUL LATO OVEST della tensostruttura qualcuno dell’agguerritissima nutrita rappresentanza della Bassa azzarda invece con l’opzione aromatica del rosmarino. Tra questi Giovanni Spaghetti, Marcello Numa e Marcello Brunelli di Quinzano con il campione uscente Francesco Borraccino. Per lui si tratta della sesta gara stagionale. All’esordio assoluto invece, gli «Asinelli di Polpenazze» Antonello e Maurizio, Stefano Abeni e Paolo Savottoli di Gussago. Con loro anche Valerio Pezzotti di Sale Marasino, vincitore nel 2004 della «Disfida degli spiedi» indetta da Sloow food Garda bresciano. A completare il parterre de roi degli spiedatori, Michele Ducoli da Folzano, Ale Gazzoli di Botticino e l’inedita coppia «subacquea» formata da Giancarlo «el Pinéla» Rossi e Giuseppe Sala.

Come lo scorso anno l’insindacabile giudizio è stato affidato alla Congrega dello spiedo che dopo una lunga «camera di consiglio» ha premiato i sapori e i profumi della Bassa bresciana portati sul lago di Garda dal tamburo di Marcello Numa di Quinzano. Piazza d’onore per gli esordienti di Polpenazze e terzo gradino del podio per il favoritissimo della vigilia Francesco Borracino. La conferma che la pianura rimane la «culla» dello spiedo.

«Quasi superfluo aggiungere che a prescindere dalla classifica della giuria di qualità hanno vinto tutti – commenta soddisfatto Davide Gazzoli della Pro loco –, soprattutto le persone che sono riusciti a prenotare per tempo il posto a tavola». L’estasi di gustare lo spiedo declinato nelle sue versioni più seducenti è stata in effetti un privilegio riservato agli oltre trecento gourmet che hanno partecipato al banchetto finale della Champions degli spiedatori.

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