«Il quesito è chiaro e articolato» Referendum sull’acqua avanti

Gestione del ciclo idrico: l’ultima parola spetterà ai bresciani. L’iter verso il referendum consultivo sul- l’acqua ha compiuto un decisivo passo avanti. Il quesito è stato riconosciuto ammissibile dalla commissione di garanzia istituita dal consiglio provinciale per valutare la richiesta della consultazione popolare avanzata dal Comitato referendario Acqua Pubblica. Una richiesta sostenuta da 55 Comuni in rappresentanza di oltre 300 mila abitanti. LA FINALITÀ del comitato - si legge nel verbale della commissione, composta da Silvio Troilo, Adriana Apostoli ed Edoardo Carlo Raffiotta - «è quella di evitare la futura apertura di una quota, sia pur minoritaria, del capitale sociale di Acque Bresciane a soggetti privati» ed il quesito «appare univoco, chiaro e articolato in modo da non condizionare l’espressione del voto - l’elettore potrà rispondere semplicemente in modo affermativo o negativo -, nel rispetto del regolamento dei referendum provinciali». La commissione ha messo a fuoco un aspetto chiave. «Ha evidenziato - spiega Mariano Mazzacani del comitato -, che la finalità del quesito è di affidare la gestione del servizio idrico integrato ad una società di capitale integralmente pubblico, un modello consentito dall’ordinamento, come del resto stabilito dal Consiglio di Stato con una sentenza del luglio scorso, che definisce la soluzione in house di “natura ordinaria” e non eccezionale per quanto riguarda la gestione dei servizi pubblici locali». Un affondo insomma alla controversa decisione presa all’assemblea dei sindaci che, alla presenza di 144 Comuni su 205, ha approvato con 99 voti la nascita di Acque Bresciane, ritenuta l’unica strada percorribile. «Una tesi confutata dall’analisi della commissione di garanzia - rimarca Mariano Mazzacani -. Il percorso che porta alle urne è ancora lungo e impervio. Attendiamo ora l’ultimo passaggio formale, vale a dire il voto del Consiglio provinciale, per avere la certezza che il referendum possa svolgersi in primavera. Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare di arrivare alla gara, poichè ciò determinerebbe la totale e definitiva privatizzazione del servizio idrico, la definitiva svendita della più preziosa fra le risorse naturali, che finirebbe per essere solo oggetto di speculazione privata». Il percorso intrapreso dalla Provincia per la gestione trentennale del servizio idrico integrato è iniziato, nella prima fase, con l’affidamento diretto del servizio ad Acque Bresciane, società pubblico-privata, nella quale dovranno confluire anche gli attuali gestori della rete idrica. La seconda fase prevede, entro la fine del 2018, la gara per l'ingresso di un socio privato per rafforzare la capacità di investimento. Una società mista solo a parole, per il comitato, in quanto «se un privato detiene il 49% della società e il restante 51% è polverizzato in 200 soci, è evidente che la componente pubblica non potrà mai avere voce in capitolo nelle scelte». • C.REB.

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