Il depuratore del Garda sul Chiese? Lungo il fiume si preannuncia battaglia: il sindaco di Muscoline Davide Comaglio ha già formalizzato un fronte comune che coinvolge 10 Comuni, e da Gavardo anche il Commissario straordinario Anna Pavone ha confermato la propria adesione. Anche da Montichiari, tra i «candidati» a ospitare il depuratore, si annuncia opposizione. Anche comitati come il Tavolo del Chiese e Gaia sono sul piede di guerra. Ma getta acqua sul fuoco Patrizia Avanzini, sindaco di Padenghe e consigliere dell’Ats Garda Ambiente, l’Associazione temporanea di scopo che raccoglie 35 Comuni dell’area gardesana per la realizzazione dei depuratori: «Il prima possibile, l’Aato di Brescia convocherà non solo i Comuni gardesani, ma anche quelli interessati dall’eventuale collocazione del nuovo depuratore - spiega Avanzini - per spiegare dal punto di vista tecnico come si è arrivati a queste ipotesi. Solo dopo questo incontro seguirà la decisione definitiva, che comunque spetta all’Aato». SONO CINQUE, le ricordiamo, le ipotesi per un nuovo depuratore: Visano, Lonato, il potenziamento di Peschiera, Muscoline o Gavardo e Montichiari. Ma di queste alcune sembrano ormai definitivamente accantonate (Visano in particolare) mentre sembrano più concrete Muscoline e Montichiari. Ma come funzionerebbe? Il depuratore di Muscoline (o Gavardo) lavorerebbe i reflui dei Comuni dell’Alto Garda, fino a Salò e San Felice; quello di Montichiari invece da Manerba in giù, con Desenzano e Sirmione invece ancora allacciati a Peschiera. «Comprendo le ritrosie e le perplessità degli amministratori – continua Avanzini – ma quelle che abbiamo non sono valutazioni politiche, ma studi tecnici che non possono non tenere conto di elementi ormai consolidati: il depuratore ha bisogno di un corpo recettore esterno, perché non si può più scaricare nel lago, e la localizzazione non deve superare i 12 chilometri di distanza dal fiume». «ATTENDIAMO la convocazione dell’Aato – ribadisce Avanzini – per poi sederci a un tavolo e parlarne serenamente: il mio auspicio è che di fronte alle questioni tecniche si possa arrivare a una scelta condivisa. Non dobbiamo dimenticarci che il problema del lago di Garda non riguarda solo i gardesani, ma è un problema nazionale, trattandosi della più grande riserva d’Italia di acqua dolce, oltre che di uno dei maggiori distretti turistici nazionali». •