Invasi dai cinghiali:
Coldiretti invoca
la «legittima difesa»

Cinghiali e agricoltori non vanno d’accordo: Coldiretti alza la voce
Cinghiali e agricoltori non vanno d’accordo: Coldiretti alza la voce
Cinghiali e agricoltori non vanno d’accordo: Coldiretti alza la voce
Cinghiali e agricoltori non vanno d’accordo: Coldiretti alza la voce

«Legittima difesa». È questo il fondamento della proposta di legge presentata da Coldiretti Lombardia per arginare la proliferazione dei cinghiali nei campi e sulle strade.

«La situazione si fa ogni giorno più grave, sia dal punto di vista economico che sul fronte della sicurezza delle persone - ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia - Per questo è necessario intervenire con strumenti legislativi che diano la possibilità di difendersi dall’invasione».

Tra le provincie lombarde quella più colpita tra danni e incidenti stradali è Brescia. Secondo la stima di Coldiretti, dal 2004 a oggi sono 3 milioni di euro i danni causati dagli animali. Per questo secondo Prandini «bisogna rendere più efficiente il contenimento dei cinghiali - creando mappe territoriali sulla loro presenza, con misure di selezione delegate anche agli agricoltori in possesso di regolare licenza di caccia».

Va rilevato che, per effetto delle azioni di contenimento, nelle zone del parco alto Garda bresciano le colonie di cinghiali sono in diminuzione, anche se gli avvistamenti in prossimità dei centri abitati, sono più frequenti. A certificarlo è il censimento annuale redatto dal Comprensorio Alpino C8 che ha stimato in 316 capi complessivi il numero nella stagione venatoria 2016: 116 nella zona 1, la fascia alta del Parco, e 200 nella zona 2, quella più bassa dell’oasi dove è ammesso la braccata. Molti meno della stagione 2013, quando i capi stimati erano 678. L.SCA.

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