Undici anni fa la notte del sisma
Sanate le ferite, resta il ricordo

di Sergio Zanca
Alcuni dei danni provocati dal fortissimo terremoto del 2004
Alcuni dei danni provocati dal fortissimo terremoto del 2004
Alcuni dei danni provocati dal fortissimo terremoto del 2004
Alcuni dei danni provocati dal fortissimo terremoto del 2004

Sono le 23.59 del 24 novembre 2004 quando una scossa di magnitudo 5,2 della scala Richter libera una forza equivalente a 20mila tonnellate di tritolo, con un’accelerazione tra 25 e 50 centimetri quadrati al secondo. L’epicentro fra Treviso Bresciano e il monte Spino, a una profondità di otto chilometri.

NEL GOLFO DI SALÒ il lago si innalza, causando ondate anomali verso riva, che provocano franamenti subacquei e la formazione di crepe parallele alla linea della costa. Vengono registrati fenomeni di liquefazione del sottosuolo, con risalite di sabbie, inclinazione di due gradi della nuova passeggiata e un lieve slittamento di piazza Serenissima. Nei giorni successivi è un susseguirsi di «fremiti» più leggeri che tornano a mettere i brividi alla popolazione quando l’intensità oscilla tra 2,5 e 3. Una «rumba» di assestamento. Nulla a confronto della prima scossa che innesca panico e paura. Ambulanze, mezzi dei pompieri e della Protezione civile sfrecciano sulla Gardesana e in Valle Sabbia. Qualcuno rientra in tutta fretta in casa per recuperare qualche coperta, con l’intenzione di passare la notte in auto.

Mezz’ora dopo la scossa, la Prefettura di Brescia attiva il Centro coordinamento soccorsi. In sette ore i telefoni della centrale operativa del 118 squillano 1.500 volte.

Più di mille le telefonate giunte ai Vigili del Fuoco. Centinaia quelle ai Volontari del Garda, ai carabinieri, alla questura. Nel corso della notte scendono in campo 800 operatori.

La scossa viene avvertita distintamente in gran parte dell’Italia settentrionale, ma anche in Svizzera, Austria e Slovenia. Ben 66 i comuni interessati, con almeno un edificio inagibile. Particolarmente rilevanti i danni in alcune località come Pompegnino, Morgnaga e Campoverde. Per fortuna nessuna vittima, né feriti gravi. Solo cinque persone medicate, e subito dimesse, al pronto soccorso dell’ospedale di Gavardo.

SONO TRASCORSI undici anni da quando il terremoto ha obbligato 2.202 persone dell’Alto Garda (soprattutto Salò e Gardone Riviera) e della Valle Sabbia ad abbandonare le loro case, poiché dichiarate inagibili. Molti sono poi tornati, altri hanno invece traslocato definitivamente. Ma c’è chi ha perso quanto aveva costruito in una vita di lavoro e sacrifici.

I DANNI HANNO riguardato 3.649 edifici privati, 183 pubblici (comuni, scuole, asili, ospedali), 315 chiese e 186 aziende, per un importo complessivo di 215 milioni di euro. La Regione Lombardia ha erogato contributi per 121 milioni, che hanno consentito (con l’aggiunta degli investimenti personali o familiari) di recuperare quasi tutti gli immobili. Alcuni sono stati rasi al suolo e ricostruiti ex novo. L’intervento pubblico più oneroso è stato il restauro del palazzo comunale di Salò, con una spesa di tre milioni e 600 mila euro, quattrini recuperati grazie al contributo regionale e al risarcimento della compagnia di assicurazione.

La cerimonia inaugurale si è svolta l’8 settembre 2006, a 100 anni esatti dal precedente rifacimento, per il sisma del 1901. Taglio del nastro affidato all’allora ministro di Grazia e giustizia, Clemente Mastella, ospite di una beauty farm della zona.

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