BOTTICINO. La Lega Nord lancia l’idea di un referendum popolare

Gestione delle
cave? «Ora
decida la gente»

di Giuseppe Spatola
Il riordino delle concessioni delle cave di marmo è arrivato a un bivio
Il riordino delle concessioni delle cave di marmo è arrivato a un bivio
Il riordino delle concessioni delle cave di marmo è arrivato a un bivio
Il riordino delle concessioni delle cave di marmo è arrivato a un bivio

Un referendum per decidere il destino del bacino marmifero di Botticino. E’ questa la proposta avanzata dalla lega Nord assieme alle opposizioni in consiglio dopo che in paese si continua a discutere senza successo della futura gestione delle cave e delle attività economiche collegate. I primi tre Piani decennali nel 1982, nel 1992 e nel 2002 furono redatti da Mario Pinzari, docente presso l'Università La Sapienza di Roma, e avevano consentito di pianificare in maniera moderna lo sfruttamento del bacino marmifero, trasformando l'area estrattiva in una vera e propria area industriale attrezzata, dotata di opere di urbanizzazione e servizi la cui realizzazione ha portato il bacino del Botticino a distinguersi come modello non solo rispetto agli altri bacini estrattivi dei Comuni limitrofi, ma anche a livello nazionale e mondiale. Ora il nuovo progetto prevede invece che le unità in esaurimento a monte vengano inserite nella schiera a valle restringendo la profondità delle unità attualmente assegnate e, secondo le opposizioni, aumentando la pericolosità delle aree stesse. Su questo punto maggioranza e opposizione, rappresentata dalla coalizione «Per Cambiare Botticino», si sono scontrate duramente. Per le minoranze, guidate dal segretario locale della Lega Nord Giampietro Tagliani e dal candidato sindaco Gianbattista Queccia, hanno evidenziato che il «dimensionamento delle nuove unità di cava» verrebbe effettuato in «modo superficiale ed approssimativo».

«LE CAVE - hanno spiegato Queccia e Tagliani - sono un patrimonio dell'intera Comunità, in quanto rappresentano non solo un valore economico ma anche storico, culturale e sociale, e noi abbiamo il dovere e l'obbligo morale di trasmetterlo ai nostri figli nelle migliori condizioni possibili». Una posizione chiara che la coalizione di minoranza ha ribadito lo scorso tre ottobre nel corso del consiglio comunale straordinario. «Abbiamo il forte sospetto - ha chiuso il segretario della Lega - che nella permuta delle aree comunali a favore della Fassa Bortolo si nasconda la futura cessione a privati di tutto il bacino marmifero. Per questo chiederemo che siano i cittadini tramite un referendum a scegliere il futuro delle cave, bocciando il piano dell’Amministrazione». Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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