«Volontariato e genitori
sono una risorsa vitale»

L’ingresso dello  storico   centro giovanile «San Domenico Savio»
L’ingresso dello storico centro giovanile «San Domenico Savio»
L’ingresso dello  storico   centro giovanile «San Domenico Savio»
L’ingresso dello storico centro giovanile «San Domenico Savio»

Don Piero Prandelli guida la parrocchia a San Polo storico (Conversione di San Paolo), da dieci d’anni. Ordinato sacerdote nel 1974, ha rivestito il ruolo di curato fino al 1984 nella parrocchia di Sant’ Alessandro in città. Dal 1978 al 1995 è stato anche vicerettore dell’Istituto Arici mentre, dall’84, ha collaborato nelle parrocchie di Polaveno e Gombio. Fra i suoi incarichi anche quello di assistente diocesano dell’Unione Cattolica Italiana-Insegnanti, Dirigenti, Educatori e Formatori e quello di consulente ecclesiastico dell’ Associazione italiana maestri cattolici. Per dieci anni è stato direttore dell’Ufficio scuola.

La parrocchia di San Polo vecchio è nata nell’immediato dopoguerra forte di uno spirito identitario non comune anche grazie alla forte tempra del suo primo parroco don Luigi Barberis. E tale è rimasta fino ad oggi sotto la direzione di parroci indimenticati come don Giulio Scolarie don Giacomo Pletti.

DON PIERO sottolinea con piacere che tutti gli adulti di San Polo storico sono passati attraverso le esperienze dell’oratorio e ancora vi sono legati. È ancora un punto di riferimento per loro. Per questa tradizione il catechismo (oggi si chiama Iniziazione cristiana) è rimasta la finalità prima della parrocchia e molti e ben preparati sono i docenti. «Noi – osserva il parroco – crediamo nell’Iniziazione cristiana anche se ancora devono essere apportati alcuni miglioramenti. I bambini che frequentano gli incontri settimanali sono circa duecento e ruotano, secondo le esigenze, nelle due giornate del giovedì e del sabato. Per i genitori della prima classe sono previsti sei incontri annuali, per gli altri quattro: anch’essi hanno i loro catechisti».

NELLA GESTIONE dell’oratorio rivestono un ruolo strategico i genitori. «La struttura - conferma il parroco - è affidata a un gruppo di volontari, papà e mamme, che si prendono a cuore tutte le incombenze dalla gestione del bar alle pulizie. Dobbiamo lavorare su tre elementi: la comunità catechistica, che segue i ragazzi dalla prima elementare fino alla terza media, la comunità adolescenziale per la quale don Marco Mori sta lavorando egregiamente e la comunità giovanile che mi sono presa in carico io. Stiamo lavorando anche per costituire il Consiglio dell’oratorio, l’organismo che dovrà decidere il progetto educativo annuale. Verranno così coordinate le iniziative formative e aggregative. Questo operazione si è resa necessaria perché non abbiamo un curato stabile».

L’oratorio è ovviamente anche un terminale socio-ricreativo. «Abbiamo delle squadre che partecipano al campionato del Csi e una scuola di calcio per i piccoli - rimarca don Piero -. Durante l’estate, poi, organizziamo il Grest. È frequentato da circa 150 ragazzi; li curano una trentina di animatori e venti mamme impegnate nei laboratori. Per i ragazzi delle medie proponiamo un campo estivo di una settimana a Malonno. Abbiamo in animo un progetto speciale che coinvolge i due curati della zona per la creazione di una Consulta della Pastorale giovanile».

SULLA SUA COMUNITÀ, il parroco ha un giudizio molto positivo. «Noto una religiosità prevalentemente tradizionale ma sono presenti anche movimenti e iniziative nuove - spiega -. Non posso dimenticare i Centri di ascolto che stanno fiorendo in parrocchia. Sull’oratorio nutro buone speranze perché ne apprezzo la funzione e lavoriamo insieme per renderlo sempre più accogliente e rispondente alle necessità dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani». GB.M.

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