«Il mio beagle è morto dopo un’atroce agonia»

Il setter Arrow morto avvelenato  Pepe vittima dell’esca-killer
Il setter Arrow morto avvelenato Pepe vittima dell’esca-killer
Il setter Arrow morto avvelenato  Pepe vittima dell’esca-killer
Il setter Arrow morto avvelenato Pepe vittima dell’esca-killer

I carabinieri forestali sono sulle tracce del responsabile del confezionamento delle esche avvelenate che a Lumezzane hanno ucciso cinque cani e ridotto in fin di vita un sesto. La sostanza letale è il metaldeide - componente base di lumachicidi - che può provocare gravissimi problemi anche nell’uomo. Una circostanza che ha spinto a stringere la morsa degli accertamenti. L’avvelenatore seriale ha lasciato delle tracce: se identificato rischia fino a due anni di carcere e una multa di 5 mila euro. Sanzioni che non ripagheranno mai i proprietari dello strazio della perdita del loro cane. «Pepe era molto diffidente verso le persone e col senno di poi posso dire che aveva ragione: puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui tratta gli animali». Con queste parole la proprietaria del beagle riassume il dolore che ha vissuto quando ha visto Pepe morire dopo 20 ore di agonia a causa di un’esca avvelenata ingerita in località Rava. Le altre polpette avvelenate sono state disseminate a Ca de l'ora, via Prati Comuni. «La mia famiglia ha una casa in località Rava –racconta la padrona di Arrow, il setter inglese morto domenica -. Il cane non era sempre libero ma chiaramente tutti i giorni lo si lasciava scorrazzare per sgranchirsi le zampe». In questo ultimo caso non ci sono prove che la morte sia dovuta al veleno. «Essendo passati giorni dal decesso il mio veterinario non può accertare la causa della morte. –spiega la proprietaria del setter -, ma appare plausibile sia stato avvelenato». La sostanza ingerita è metaldeide, anche se si attendono i riscontri degli esami della Ats. «Lunedì sera, dopo la passeggiata del pomeriggio Pepe è stato male ed ha accusato i primi sintomi - racconta la padrona -: tremori, respiro affannato, fatica a reggersi in piedi e oscillamenti della testa e corpo. Lo abbiamo portato d'urgenza alla clinica di Concesio dove è spirato dopo 20 ore di atroci sofferenze». L'avvelenamento da metaldeide è uno dei più pericolosi. Il cane, infatti, inizia ad avere già i primi sintomi dopo appena un’ora dall'assunzione del tossico. Il tempismo in questo caso –ricordano gli esperti- gioca un ruolo fondamentale per salvare la vita dell’animale. La morte dei cani a Lumezzane ricorda molto gli episodi registrati qualche anno fa in Maniva e c’è già qualcuno che punta il dito contro i cacciatori di lepri che in questo periodo rilasciano i leprotti e non vogliono che ci siano cani in giro che possano disturbare la caccia. Una pista che non tralasciano i carabinieri forestale. • M.BEN.

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