L’incognita del nuovo
Governo sul Centro
rimpatrio profughi

di Valerio Morabito
La Croce Rossa sta recuperando il materiale nella ex caserma Serini
La Croce Rossa sta recuperando il materiale nella ex caserma Serini
La Croce Rossa sta recuperando il materiale nella ex caserma Serini
La Croce Rossa sta recuperando il materiale nella ex caserma Serini

La Croce Rossa sta ritirando in questi giorni le tende da campo e i moduli prefabbricati che languono da un anno e mezzo nella ex caserma Serini di Montichiari. Ad un osservatore distratto o superficiale potrebbe sembrare solo l’ennesima puntata del vortice di operazioni logistiche che hanno gravitato attorno all’edificio militare dismesso dal 2016. In realtà sono il segnale che il destino della ex Serini è tracciato al netto delle decisioni - se e quando nascerà - del nuovo Governo.

LE TENDE e i moduli erano infatti legati al progetto originale che prevedeva di realizzare nella ex caserma un centro di accoglienza in grado di accogliere fino a 150 richiedenti asilo. La rimozione del materiale significa che l’opzione è stata definitivamente abbandonata e che l’unico progetto all’ordine del giorno resta quello fissato dal ministro degli Interni Marco Minniti di riconvertire l’edificio militare dismesso in un centro di permanenza per i rimpatri. Un luogo cioè dove piccoli gruppi di migranti saranno ospitati in vista dell’espulsione. Il Viminale - questa la novità dopo una telenovela iniziata nel 2016 -, ha già un’agenda dei lavori. La prima fase si concluderà entro sei mesi, e riguarderà l’adeguamento della rete fognaria. Le aziende in corsa per l’appalto sono già selezionate da Invitalia chiamata a gestire la partita, e l’affidamento dell’intervento è imminente. In fase di definizione anche il progetto esecutivo successivo alla posa del collettore. Un progetto radicalmente modificato rispetto all’originale a partire dalle misure di sicurezza: il Centro di permanenza per i rimpatri - da dove i profughi non potranno allontanarsi -, richiede misure di controllo più stringenti. Esaurito il percorso di adeguamento infrastrutturale, il Cpr dovrà affrontare un articolato iter burocratico che potrebbe durare mesi e mesi. Ma sullo sfondo si staglia un’incognita ancora più complessa. Il nascente esecutivo avallerà le scelte del Governo uscente? Il nuovo inquilino del Viminale riterrà ancora strategica l’apertura del Cpr a Montichiari? Tra l'altro c'è la questione dei fondi per realizzare l'opera. In un primo momento era stato ipotizzato un bando da 5 milioni 110 mila euro per il Centro di accoglienza. Da stabilire quante risorse serviranno per il Cpr. Sul piatto ci sono i 480 mila euro messi a disposizione dal Ministero per le fognature. Fino ad oggi l'unica certezza è che a due anni dalla decisione di riconvertire in chiave umanitaria la ex Serini, il destino della ex caserma è ancora nel limbo, con buona pace delle proteste e polemiche che hanno scandito la gestazione della vicenda.

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