Ritorno di Christo:
«Il mio ponte
è ancora qui»

di Cinzia Reboni
L’artista firma la copia del libro destinata all’amica Umberta  Beretta
L’artista firma la copia del libro destinata all’amica Umberta Beretta
Il ritorno di Christo

Vi siete persi l’evento del secolo? Per scelta o per forza non siete stati fra il milione e duecentomila persone che hanno camminato sulle acque del lago d'Iseo? Nessun problema: l’emozione di The Floating Piers adesso si può sfogliare in un volume di 846 pagine, un «concentrato» di quello che è stato il «miracolo galleggiante» firmato Christo. Il libro, edito da Taschen, è stato presentato ieri pomeriggio alle Palafitte di Sulzano direttamente dall’artista bulgaro-newyorkese e da Wolfgang Volz che ha griffato le migliaia di scatti che hanno dato vita alla memoria fotografica dell’evento.

«QUESTA OPERA contiene la storia di Floating Piers - ha spiegato Christo -, è la storia reale del progetto, la realtà delle decisioni prese. E se non fosse stato per Volz, con il quale collaboro ormai da quarant’anni, tutto questo non sarebbe stato possibile». Estremamente sintetico, Christo non ha voluto rubare spazio alle centinaia di persone in coda per un autografo. Altrettanto stringato Wolfgang Volz: «Tutte le volte che torno sul lago d’Iseo trovo nuove persone e nuovi amici», ha sottolineato, spiegando che «questo catalogo è la degna conclusione di un grande progetto».

DAVVERO TANTI i volumi in «edizione speciale» acquistati ieri a Sulzano - 750 euro quelli più «economici», che contengono anche un pezzo del tessuto originale, grande come un'intera pagina -, tantissimi i semplici cataloghi che, al costo di soli 20 euro, hanno permesso ai seguaci di Christo di portare a casa un ricordo del ponte. Ha battuto tutti al fotofinish Caterina Maffolini di Sale Marasino («ma abito a Lumezzane», precisa), la prima a presentarsi al cospetto di Christo per una firma sul frontespizio del libro. Dietro di lei i volti degli altri protagonisti del prodigio - i sindaci del territorio, Giuseppe Faccanoni, presidente dell’Autorità di bacino, Mario Boero, il coordinatore della sicurezza di The Floating Piers, ribattezzato a suo tempo il «decisore», Franco e Umberta Beretta, Luigi Di Corato, direttore della Fondazione Brescia Musei, l’assessore regionale Mauro Parolini, il curatore Germano Celant -, ma anche gente comune che non ha voluto mancare all’ennesima «passerella» di Christo e l’ha accolto come una star. Lui è tornato a ringraziare il territorio e il lago d’Iseo, «l’unico luogo al mondo dove sarebbe potuta sbocciare la mia opera».

Floating Piers ha lasciato il segno. «Un evento che ha cambiato il nostro lago», ha sottolineato il sindaco di Sulzano, Paola Pezzotti, ringraziando nell’occasione «tutte le persone che ci hanno aiutato a realizzare un sogno, a partire da Franco e Umberta Beretta che per primi ci hanno presentato Christo nel 2014 e che in silenzio ci hanno seguito e supportato. Questo libro - ha spiegato il primo cittadino di Sulzano - ci consente di rivedere attraverso le immagini un momento indimenticabile, che ognuno conserva nel cuore a modo suo». «Orgoglioso di aver preso parte ad un’opera di arte contemporanea - le ha fatto eco Fiorello Turla, sindaco di Montisola -: noi stessi “eravamo“ Floating Piers. Il lago d’Iseo ha cambiato pelle, ora parla un’altra lingua - ha sottolineato Turla -: quello che l’artista ha portato sul Sebino si è trasformato per noi in una visibilità senza confini. Non so quale altra forma di promozione avrebbe potuto fare altrettanto. Ora è necessario trovare la formula giusta per mantenere i turisti che, sull’onda di The Floating Piers, non solo tornano, ma attraverso il passaparola stanno facendo conoscere il nostro territorio a livello internazionale».

HA PARLATO di «grande impresa, per nulla scontata» l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini. «Non è stato facile, ma ci abbiamo creduto fino in fondo. Oggi siamo qui per raccontare una storia che continua: tocca ora a Regione e Comuni creare le infrastrutture che servono per dare sostanza, stabilità e durata ad un grande evento che ha cambiato la storia del lago d’Iseo». Più che di evento, per il curatore Germano Celant si è trattato di un vero e proprio «miracolo, ma in Italia i miracoli talvolta si riescono a fare».

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