Le associazioni trovano casa
nell’ex deposito ferroviario

di Massimiliano Magli
L’ex deposito ferroviario verrà occupato dalle associazioni
L’ex deposito ferroviario verrà occupato dalle associazioni
L’ex deposito ferroviario verrà occupato dalle associazioni
L’ex deposito ferroviario verrà occupato dalle associazioni

Addio a un sogno, almeno per ora: trasformare l’ex deposito ferroviario di Chiari in un comparto di ristorazione aperto a serate musicali e alla movida. Per un sogno che si spegne, si accende un obbiettivo molto più terra terra, voluto dalla nuova Amministrazione comunale che ha deciso di prendere possesso della stazione ferroviaria. Ovviamente non di tutto il palazzone in fondo a via Marconi, ma di alcune porzioni del primo e secondo piano, un tempo abitate dai ferrovieri e oggi vuote e a rischio degrado.

SI TRATTA di un comodato, finalizzato al sociale e alla valorizzazione di spazi che rischiano di cadere in rovina: per nove anni sarà possibile utilizzare i locali della stazione, quasi 400 metri quadrati, che finiranno in mano a realtà associative. Infatti, la convenzione con Rfi indica finalità sociali e pubbliche senza scopo di lucro

Qui, insomma, dovrebbero presto trovare spazio realtà che sul territorio non hanno più o non hanno mai avuto una sede. «La destinazione esatta - spiega il vice sindaco di Chiari Maurizio Libretti - sarà individuata nelle prossime settimane, abbiamo tuttavia voluto garantirci la salvaguardia di un edificio che è in vista e che, una volta degradato, sarebbe costosissimo recuperare».

È invece finito in soffitta il sogno di Maurizio Mombelli, assessore al Commercio nella precedente Giunta del sindaco Sandro Mazzatorta: «Avevamo avviato pur con difficoltà - ricorda l’ex amministratore - un progetto di recupero e rilancio dell’ex deposito ferroviario. Sarebbe stato magnifico potervi collocare un ristorante e lavorarvi con privati. Invece la giunta pensa di far svolgere alle associazioni il cane da guardia di uno scalo da sempre a rischio. Forse prima era meglio rivitalizzarlo dal punto di vista commerciale, come già avevamo fatto ripristinando la licenza di bar ceduta dal vecchio gestore. Anche se il merito se lo dovesse prendere la nuova giunta, io mi appello ai privati interessati a investimenti nella ristorazione perché si facciano vivi in Comune e chiedano il partenariato». Sul tema stazioni gli interessi dei privati non sono mai stati così caldi e con risultati sorprendenti almeno finora. Persino stazioni complesse e problematiche come Termini a Roma sono rinate. Il paragone è sicuramente ardito in termini di dimensioni, ma non di sostanza: quanto sarebbe ghiotto per un imprenditore il cassetto di un locale dove sbarcano ogni giorno centinaia di viaggiatori.

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