Salvavita: Marone è un paese cardioprotetto

di AL.ROM.
Il sindaco con i  commercianti che hanno contribuito al progetto  «Un cuore in Comune» di  Marone
Il sindaco con i commercianti che hanno contribuito al progetto «Un cuore in Comune» di Marone
Il sindaco con i  commercianti che hanno contribuito al progetto  «Un cuore in Comune» di  Marone
Il sindaco con i commercianti che hanno contribuito al progetto «Un cuore in Comune» di Marone

La speranza è sempre quella di non averne mai bisogno, ma in caso di emergenza cardiaca, a Marone sono ormai decisamente attrezzati. Ancora più da venerdì, dopo la consegna di due defibrillatori semiautomatici arrivati nell’ambito del progetto «Un cuore in Comune» promosso dalla società Italian medical system e dall’ente locale guidato dal sindaco Alessio Rinaldi. Con quest’ultima, doppia dotazione salgono a cinque le attrezzature salvavita dislocate sul territorio comunale: una rete che vede in funzione anche le macchine installate negli edifici scolastici ma non solo. I due nuovi strumenti saranno posizionati alla spiaggia pubblica e all’imbocco della strada tra Vello e Toline, punti strategici per i residenti e per i turisti che frequentano in ogni stagione le sponde del lago di Iseo. «In effetti possiamo affermare alla luce della rete disponibile che il nostro paese è davvero cardioprotetto - commenta l’assessore ai Servizi alla persona Daniela Tessadrelli -. Quando ci è stata prospettata la partecipazione a questo progetto abbiamo subito accettato, e di certo non ci fermeremo qui. La sicurezza e il benessere dei cittadini deve essere un punto fermo». I «Dae» sono stati acquistati grazie al contributo di 22 commercianti del paese: tutti benefattori premiati con una targa con cui l’amministrazione civica ha voluto esprimere la riconoscenza dell’intera comunità. La Italian medical system, una realtà che finora ha distribuito 120 macchine in tutta la provincia, si occuperà della loro manutenzione e soprattutto della formazione di otto volontari per l’utilizzo. «QUESTA operazione che ha coinvolto pubblico e privato deve essere un esempio di buona pratica - sottolinea Riccardo Martinelli, referente per l’azienda -. Si tratta di un’iniziativa che andrà a beneficio della comunità, sperando ovviamente di non dover mai utilizzare i defibrillatori». •

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