Dall’oblio alla riscoperta:
per il mais nero spinoso
è iniziata la seconda vita

Il mais nero spinoso ha rimesso radici in Valcamonica
Il mais nero spinoso ha rimesso radici in Valcamonica
Il mais nero spinoso ha rimesso radici in Valcamonica
Il mais nero spinoso ha rimesso radici in Valcamonica

Antichi sapori salvati dall’oblio. Una coltivazione che si credeva perduta e che invece sta tornando alla ribalta. Sono undici i comuni nei quali è possibile coltivare il mais nero spinoso (Esine, Piancogno, Berzo Inferiore, Bienno, Cividate, Malegno, Borno, Ossimo, Lozio, Darfo e Angolo), autorizzati dallo scorso gennaio dopo l’iscrizione della varietà nel Registro nazionale. Un’opera di riscoperta e valorizazzione i cui meriti ora sono dunque «certificati». E questo grazie soprattutto all’impegno dei municipi di Esine e Piancogno, che hanno potuto contare sull’aiuto e sul supporto dell’Università della Montagna di Edolo, del Centro interdipartimentale di studi applicati per la gestione sostenibile e la difesa della montagna e della Comunità Montana.

Un lavoro di squadra che ora mette radici anche nei territori dei comuni confinanti. In maniera concreta, con cinquanta semi messi a disposizione per uno personale e sperimentale. Fino a mercoledì 18 agli uffici protocollo di Esine (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12) e Piancogno (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12), in coincidenza con la fase d’avvio del progetto di reintroduzione del mais nero spinoso, i semi saranno distribuiti gratuitamente a chi si volesse cimentare nella loro coltivazione.

NELLE LINEE GUIDA per la produzione viene indicato espressamente «che i semi ottenuti dalla semina 2016 potranno essere solo ed esclusivamente utilizzati per granella da farina e non quindi come semente e che per poter nuovamente procedere a seminare nella prossima stagione agraria, nelle modalità che poi verranno decise, il seme dovrà nuovamente essere richiesto agli enti, associazioni e agricoltori autorizzati». La coltivazione di questo tipo di mais deve seguire i dettami dell’agricoltura biologica e per mantenerne la varietà in purezza il seme viene prodotto esclusivamente dai cosiddetti «agricoltori custodi». La coltivazione del mais nero spinoso si fa risalire fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo nel territorio dell’Annunciata, in comune di Piancogno, e quasi parallelamente a Esine.L.RAN.

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