Elibike, in picchiata sulla Valcamonica

di Lino Febbrari
Il gruppo di temerari che per primi hanno testato i percorsi che scendono dalle cime dell’Alta Valcamonica tra Edolo e MalonnoLe biciclette agganciate all’elicottero vengono portate in quota
Il gruppo di temerari che per primi hanno testato i percorsi che scendono dalle cime dell’Alta Valcamonica tra Edolo e MalonnoLe biciclette agganciate all’elicottero vengono portate in quota
Il gruppo di temerari che per primi hanno testato i percorsi che scendono dalle cime dell’Alta Valcamonica tra Edolo e MalonnoLe biciclette agganciate all’elicottero vengono portate in quota
Il gruppo di temerari che per primi hanno testato i percorsi che scendono dalle cime dell’Alta Valcamonica tra Edolo e MalonnoLe biciclette agganciate all’elicottero vengono portate in quota

Scendere in picchiata in sella a biciclette biammortizzate da vette e cime senza preoccuparsi della fatica di risalire migliaia di metri di dislivello perché in quota si arriva con l’elicottero. Si chiama elibike, attività sportiva diffusa in Europa e in molte vallate alpine italiane, il cui primo esperimento in alta Valle è stato effettuato domenica tra Edolo e Monno.

In mattinata, approfittando di una tregua concessa dal maltempo, una ventina di temerari si sono dati appuntamento alla base del vascone Enel, da dove cinque alla volta, agganciate all’elicottero di Elimast pilotato dal comandante Maffeo Comensoli, in pochi minuti hanno raggiunto la sommità del Piz Trì.

Le pesanti biciclette da down-hill sono arrivate ai piedi della pala rocciosa della cima che domina gli abitati di Corteno, Edolo e Malonno ingabbiate su un carrello appeso al gancio baricentrico del velivolo. La stessa scena si è ripetuta nel primo pomeriggio, solo che stavolta la pazza discesa su due ruote è avvenuta dal Monte Pagano, in Mortirolo. «Abbiamo voluto valutare la fattibilità dell’operazione - spiega Enrico Bianchi, istruttore di mountain bike di Edolo, a capo della comitiva di biker estremi insieme a Maurizio Garatti - in vista di poter offrire questa emozionante possibilità a una platea più vasta possibile di appassionati». «Facciamo parte di gruppi sportivi di tutta la Valcamonica e anche di Aprica - aggiunge Garatti - e dobbiamo ringraziare Renzino Zampatti di Vezza che ha avuto l’idea di abbinare l’elicottero alla bicicletta da discesa».

IN VOLO per non fare fatica? «Insomma, mica tanto, perché bisogna pedalare anche in discesa. Sicuramente è stata un’esperienza positiva che certamente avrà un futuro». A commentare l’impresa di Piz Trì e Pagano ci pensa Paolo Spiranti, un giovane biker che conosce bene i due tracciati. «Entrambi sono percorsi molto belli e a mio avviso tra i migliori che potremmo proporre ai turisti. Si snodano per 1600 metri di dislivello quello del Piz Trì e per circa 1700 quello del Pagano. Ci sono sentieri molto impegnativi, che quando le condizioni del terreno sono pessime come in questi giorni possono mettere a dura prova biker e bicicletta. Tuttavia il divertimento è stato assicurato e sono certo che l’iniziativa avrà un seguito».

«È il primo esperimento di questo tipo che facciamo in Valle - commenta il comandante Comensoli - Tutto è filato nel migliore dei modi nonostante le nubi basse e il terreno viscido. Ci auguriamo che questa attività possa costituire un valore aggiunto per l’offerta turistica dell’alta Valcamonica».

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