Inneschi e rogo: i dubbi restano

L’impressionante rogo che a gennaio ha incenerito 220 ettari
L’impressionante rogo che a gennaio ha incenerito 220 ettari
L’impressionante rogo che a gennaio ha incenerito 220 ettari
L’impressionante rogo che a gennaio ha incenerito 220 ettari

Dopo aver trascorso una decina di giorni in cella ed essere stato rimesso in libertà dal Riesame, Oscar Bellicini è comparso in aula ieri durante l’udienza dell’incidente probatorio sugli incendi che lo scorso gennaio a Bienno hanno mandato in fumo 220 ettari di bosco del Parco Regionale dell’Adamello.

In aula con il 23enne, responsabile del vasto rogo secondo le indagini dei carabinieri forestali e del pubblico ministero Ambrogio Cassiani, c’era la donna che sostiene di averlo incrociato in auto quel giorno, il 4 gennaio. Una fase importante, quella di ieri, perché ciò che è emerso diventerà poi una prova nel corso del processo e perché lo stesso Riesame, pur avendo disposto la scarcerazione del giovane per difetto di gravità indiziaria, ha ritenuto non attendibile la versione fornita da Bellicini sugli spostamenti da lui effettuati nella zona incriminata.

SECONDO IL TRIBUNALE, il 23enne nei minuti antecedenti lo scoppio dell’incendio, avvenuto intorno alle 15.20, si sarebbe trovato poco lontano dal punto d’innesco. Alle 15.13 alcune immagini di videosorveglianza e la testimone ieri in aula lo collocherebbero in zona.

Ma quei sette minuti, secondo il Tribunale della libertà, non avrebbero consentito a Bellicini di raggiungere il punto d’innesco e di appiccare il fuoco che ha poi distrutto una superficie pari a 300 campi da calcio. Molti i punti da approfondire, quindi, che hanno portato il Riesame a decidere per la scarcerazione, benché il 23enne rimanga indagato in stato di libertà. L’annullamento dell’ordinanza del gip ha fatto muovere un’ulteriore pedina alla Procura, che ha depositato il ricorso in Cassazione contro la decisione. P.BUI.

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