Orti comuni: pronti, via!
La valle agricola rinasce

L’orto comune realizzato a ridosso della elementare di Malonno
L’orto comune realizzato a ridosso della elementare di Malonno
L’orto comune realizzato a ridosso della elementare di Malonno
L’orto comune realizzato a ridosso della elementare di Malonno

Li hanno chiamati «Orti comuni», e realizzandoli a Malonno hanno ottenuto due importanti risultati: hanno recuperato appezzamenti di terreno abbandonati da decenni e messo a dimora piante da frutto appartenenti ad antiche varietà del territorio per evitarne l’estinzione.

SONO tre i giardini della biodiversità allestiti nell’ambito di «Aperto 2017» in un’area verde retrostante l’edificio della scuola elementare, in un prato nella frazione di Loritto e in località Plizzanico. Ieri c’è stata l’inaugurazione del campo nel capoluogo che è stato ufficialmente affidato alle cure degli scolari. Quello di Loritto sarà custodito da Renata Moreschi mentre l’ultimo da Monica Carrera, Francesca Damiano e Mirella Gelmi.

«Sono un artista che lavora principalmente su temi ambientali e quindi ho proposto un recupero sulla biodiversità. Questo mi è parso subito il luogo ideale per concretizzare il mio progetto - spiega Luigi Coppola riferendosi all’orto comune scolastico -. Ho immaginato che rimettere in produzione questo terreno incolto da anni fosse fondamentale per i bambini che non disponevano di spazi per le loro sperimentazioni agricole. Insieme ai volontari del paese che mi hanno aiutato abbiamo deciso di mettere a dimora alberi da frutto locali, nespoli, meli, prugni e noccioli, per poterli lasciare alle future generazioni».

La stessa operazione è stata effettuata nelle altre due aree. «Gli orti comuni sono quindi dei frutteti con molte specie diverse, un investimento della comunità sul proprio futuro e la celebrazione della biodiversità e della terra come beni comuni» aggiunge Francesca Damiano dell’associazione L’Alveare, «Grazie all’intervento di artisti, giardinieri e volontari tre luoghi pubblici e privati sono diventati beni comuni in cui fare esperienza della biodiversità locale». L.FEBB.

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