Per il Grigna non c’è mai pace Oltre alla secca l’inquinamento

di L.RAN.
La poltiglia nerastra finita nel torrente Grigna
La poltiglia nerastra finita nel torrente Grigna
La poltiglia nerastra finita nel torrente Grigna
La poltiglia nerastra finita nel torrente Grigna

C’è un’associazione, gli Amici del Grigna, che vigila e lotta da anni per la sua tutela, ma per il torrente omonimo non c’è davvero pace. Mentre ci si aspetta che la società Tassara Terzo Salto, titolare di una centrale idroelettrica, rispetti finalmente - oggi è la scadenza del termine - le ordinanze dei sindaci di Esine e Berzo Inferiore sul rilascio idrico necessario a garantire il deflusso minimo vitale (200 litri al secondo dai due spillamenti che si trovano sulla condotta forzata), nelle ultime ore qualcuno ha causato un avvelenamento del corso d’acqua. Una prima ricostruzione parla della pulitura di una vasca d’accumulo delle scorie di una ditta già identificata a cavallo tra Berzo e Bienno, e dello spaglio accidentale di una parte del materiale nel piazzale dell’azienda poi dilavato dalle piogge e portato nel fiume. L’incidente ha provocato il formarsi di una massa oleosa nel tratto fra Berzo Inferiore ed Esine, una moria di pesce e ovviamente danni meno facilmente misurabili alla microfauna e alla flora fluviale. L’allarme è stato lanciato da una pescatrice, la quale ha visto l’acqua diventare sempre più scura. Immediato l’intervento dei carabinieri forestali, dei vigili del fuoco, dei tecnici dell’Arpa e del sindaco di Berzo, Ruggero Bontempi: con un’ordinanza urgente quest’ultimo ha imposto all’azienda di «provvedere immediatamente al contenimento e alla rimozione dei materiali inquinanti sversati nel Grigna dall’insediamento produttivo», e già ieri mattina un’impresa specializzata ha provveduto a una prima rimozione del materiale, a quanto pare fanghi metallici, depositato sul fondo e analizzato dai tecnici dell’Arpa. LEONIDA Magnolini, portavoce degli Amici del Grigna, commenta positivamente il pronto intervento dell’azienda specializzata per la bonifica del fondale e prende atto del provvedimento del Comune di Berzo Inferiore, ma poi ricorda che «inquinare oggi è un reato ambientale perseguibile per legge a prescindere dal fatto che ci sia stato dolo o meno. Spero che chi ha avvelenato il Grigna venga denunciato all’autorità giudiziaria e che paghi le spese di questo intervento, perché sarebbe il colmo che oltre al danno la collettività si dovesse assumere anche le spese della bonifica. Mi permetto di consigliare l’interruzione del collegamento fra questa azienda e il torrente per impedire la reiterazione del reato: è possibile se si considera che gli sversamenti di questo materiale (olio e polvere, o pece, polvere d’acciaio o altro, lo stabilirà l’Arpa) si erano già verificati lo scorso anno anche se non con queste proporzioni». •

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