Eridio e opere di svaso
I due ricorsi a braccetto

Una veduta del lago d’Idro
Una veduta del lago d’Idro
Una veduta del lago d’Idro
Una veduta del lago d’Idro

Nessuna svolta sostanziale, ma una piccola novità che va comunque registrata. Mercoledì a Roma il Tribunale superiore delle acque, riunitosi per giudicare il ricorso contro le ormai famigerate opere di svaso dell’Eridio presentato dal gruppo «Amici della Terra», ha deciso di affiancare l’iter del procedimento a quello che riguarda l’analogo ricorso presentato dal Comune di Idro. Non una fusione vera e propria, perché l’autonomia dei due ricorsi sarà salvaguardata, ma un modo per tracciare un percorso che proceda di pari passo. «Durante la seduta il nostro legale - spiega Gianluca Bordiga, presidente del club Amici della Terra - ha depositato un video della durata di 19 minuti molto esaustivo, nel quale viene spiegato perché opere che consentono uno svaso di 3,25 metri rappresentino una minaccia per l’Eridio». Nuova galleria di svaso e nuove paratoie con annessa savanella, per consentire il passaggio di 5,02 metri cubi di acqua al secondo, con un livello di lago pari alla minima regolazione: queste le opere previste nel progetto voluto da Regione Lombardia, a cui da anni ormai si oppongono tutti i comitati di difesa del lago d’Idro.

LA PROSSIMA udienza del Tribunale superiore delle acque, nella quale si dovrebbe arrivare alle conclusioni, è stata fissata per il 16 novembre, mentre si parla del mese di aprile del 2017 per la discussione e poi per la sentenza. Che in un modo o nell’altro dovrebbe mettere la parola fine a una vicenda che si trascina da decenni.M.ROV.

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