Spray al peperoncino,
34 studenti
in ospedale

di Massimo Pasinetti
Sul posto una piccola flotta di ambulanze:  i ragazzi sono stati ricoverati a Gavardo, Desenzano e in cittàI settecento studenti del Perlasca sono stati fatti defluire: alla fine il bilancio è di 34 intossicatiL’intervento dei vigili del fuoco nei momenti successivi all’allarme:  immediato il panico tra i ragazzi
Sul posto una piccola flotta di ambulanze: i ragazzi sono stati ricoverati a Gavardo, Desenzano e in cittàI settecento studenti del Perlasca sono stati fatti defluire: alla fine il bilancio è di 34 intossicatiL’intervento dei vigili del fuoco nei momenti successivi all’allarme: immediato il panico tra i ragazzi
Sul posto una piccola flotta di ambulanze:  i ragazzi sono stati ricoverati a Gavardo, Desenzano e in cittàI settecento studenti del Perlasca sono stati fatti defluire: alla fine il bilancio è di 34 intossicatiL’intervento dei vigili del fuoco nei momenti successivi all’allarme:  immediato il panico tra i ragazzi
Sul posto una piccola flotta di ambulanze: i ragazzi sono stati ricoverati a Gavardo, Desenzano e in cittàI settecento studenti del Perlasca sono stati fatti defluire: alla fine il bilancio è di 34 intossicatiL’intervento dei vigili del fuoco nei momenti successivi all’allarme: immediato il panico tra i ragazzi

L’aria che diventa irrespirabile, occhi che bruciano e lacrimano copiosamente, gole in fiamme, studenti nel panico. Qualcuno si sente male, qualcuno si accascia in preda a conati di vomito, tanti non riescono a respirare. Poi le sirene delle ambulanze, un piccolo esercito di soccorritori e 34 ragazzi, tra i 14 e i 18 anni, ricoverati in vari ospedali della provincia, dalla Valsabbia al Garda e alla città, per accertamenti e cure del caso. CRONACA di una mattinata di ordinaria follia a Vobarno. Colpa di una bomboletta di spray al peperoncino, maneggiata con scarsa attenzione da uno studente dell’Iis Perlasca. L’allarme è scattato poco dopo le 10.40. Era appena iniziata la ricreazione e i 700 ragazzi della sezione di Vobarno dell’istituto (che ha sede anche a Idro) stavano uscendo dalle classi. Un gruppo di loro si era raccolto, al primo piano, attorno a uno dei due punti ristoro in cui vengono venduti ai ragazzi cibi e merendine. A quel punto un ragazzo (minorenne) che frequenta la scuola, forse senza rendersi bene conto della pericolosità della sostanza contenuta nella bomboletta, ha disperso nell’aria lo spray al peperoncino che di solito viene usato per difendersi dalle aggressioni. NEL GIRO di una manciata di secondi l’aria è diventata irrespirabile e i ragazzi hanno cominciato a lamentare un insopportabile bruciore agli occhi e difficoltà a respirare. In breve è stato il caos, con una folla scomposta di studenti che, a causa del panico collettivo, ha iniziato a cercare una via di fuga, con il rischio concreto che qualcuno cadesse a terra e finisse travolto o peggio ancora schiacciato. Immediata è partita la chiamata al 112 e repentino è stato l’intervento dei soccorritori: i vigili del fuoco di Salò e i carabinieri della vicina stazione di Vobarno. «Nell’arco di un quarto d’ora - spiega il dirigente scolastico del Perlasca, Antonio Butturini - la macchina dei soccorsi si è messa in moto. E di questo devo ringraziare tutti gli operatori intervenuti con prontezza e professionalità». Sul posto, a sirene spiegate, una piccola flotta di automediche e ambulanze, arrivate a Vobarno da Roè Volciano, Odolo, Vestone, dal Garda e dalla città. IMPRESSIONANTE il bilancio: 34 i ragazzi ricoverati in varie strutture (4 in codice giallo e il resto in un più tranquillizzante codice verde), distribuiti tra gli ospedali di Gavardo, di Desenzano e di Brescia (alla Poliambulanza e nelle cliniche Città di Brescia e Sant’Anna). L’unico adulto coinvolto, un 35enne, se n’è andato accompagnato da amici, scegliendo di non fare ricorso alla visita ospedaliera di accertamento. Assieme alle tante ambulanze, sul posto ha operato per oltre due ore una medicalizzata (con a bordo medico e infermiere) salita a Vobarno da Brescia. Alla fine è stato lo stesso colpevole che, resosi conto della gravità di quanto accaduto, ha scelto di presentarsi spontaneamente al dirigente scolastico per confessare la sua colpa, poi confermata davanti ai carabinieri e alla madre (che lo ha redarguito energicamente). Il tutto mentre gli studenti venivano fatti defluire con calma e in buon ordine dall’istituto, aiutati dai docenti e dagli assistenti (lo stesso preside Butturini è salito in una classe per recuperare due cartelle e consegnarle poi a due dei ragazzi che stavano per raggiungere uno degli ospedali allertati). «Questa mattina - spiega Michele Severino, il docente che è responsabile della sicurezza per la sede di Vobarno ma anche per quella di Idro dell’istituto Perlasca - ci sarà un’assemblea con tutti i ragazzi dell’istituto per ragionare su quello che è successo». Toccherà poi al consiglio della classe frequentata dal colpevole prendere una decisione definitiva su quale provvedimento dovrà essere adottato nei suoi confronti (in casi analoghi, in altre scuole e in tempi recenti, si è optato per una lunga sospensione). «ORA L’IMPORTANTE - chiarisce infine Butturini - è che fatti del genere non si verifichino più, che non ci siano pericolosi atti di emulazione». Che altrove, purtroppo, si sono già verificati. Tanto che il famigerato spray al peperoncino, introdotto a furor di popolo come mezzo di legittima autodifesa (pensato soprattutto per le donne), fa sempre più notizia per l’uso improprio che ne viene fatto. A scuola e non solo. La tragedia di Corinaldo, che ai primi di dicembre provocò sei vittime, tutti ragazzi giovanissimi, è lì a testimoniarlo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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