Restituiti alla memoria, le vite degli internati

di Laura Piardi
Internati al lavoro in un campo di detenzione:  alcuni riuscirono a tornare solo a Liberazione avvenuta
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Internati al lavoro in un campo di detenzione:  alcuni riuscirono a tornare solo a Liberazione avvenuta
Internati al lavoro in un campo di detenzione: alcuni riuscirono a tornare solo a Liberazione avvenuta

Recuperare un pezzo importante della memoria collettiva di Gardone e restituire dignità storica a una pagina trascurata delle vicende legate al secondo conflitto mondiale. In occasione della giornata della memoria, domenica alle 20.30, in sala consigliare verrà presentato il libro «Restituiti alla nostra memoria: storia degli internati militari gardonesi». LA PUBBLICAZIONE del volume conclude il lavoro di ricerca, iniziato due anni fa da un gruppo di iscritti all’Anpi di Gardone, sugli internati militari deportati in Germania e che si rifiutarono di collaborare con i regimi fascista e nazista. Interverranno i curatori della ricerca, Piergiorgio Bonetti e Franco Ceretti, la presidente dell’Anpi di Gardone Erica Brignoli, il sindaco Pierangelo Lancelotti e lo storico Santo Peli, originario di Gardone. Non mancheranno poi i rappresentanti delle associazioni Aned (Associazione nazionale ex deportati) e Anei (Associazione nazionale ex internati), così come quelli delle associazioni d’arma. La ricerca ha consentito di individuare ben 108 militari di Gardone che, in servizio sui vari fronti di guerra, dopo l’8 settembre del 1943, data dell’armistizio, furono catturati dai tedeschi e inviati nei lager in Germania, in Polonia e in altri Paesi occupati. Sono state raccolte, grazie alla collaborazione dei famigliari dei soldati, notizie che hanno permesso di delineare brevi biografie di un buon numero di internati. Documenti vari e alcune fotografie hanno inoltre consentito di fornire un quadro significativo della drammatica esperienza di questi giovani. LA RICERCA è stata integrata utilizzando fonti dirette, ovvero le testimonianze di sopravvissuti e reduci. Come il decano degli alpini della Valle, Giacomo Vivenzi, di Brozzo, penna nera del Vestone, internato dai tedeschi. O come Giuseppe Pirlo, armaiolo per una vita nella sua bottega nell’antico vicolo Bolognini e combattente con il Vestone della Tridentina a Nikolajewka (è l’ultimo reduce vivente di quella battaglia in tutta la Valtrompia). I 21 anni li festeggiò sulle rive del Don, facendo il radiotelegrafista nella compagnia. Poi la ritirata e due anni da internato nel lager di Meiningen (Turingia). Infine la fuga e il rientro attraverso la Svizzera e la Valcamonica guidato dai partigiani: tornò a Gardone appena liberata. Era il 24 aprile del 1945. Durante la ricerca è stato anche possibile individuare ben 35 gardonesi che furono impiegati in Germania come lavoratori civili, alcuni dei quali catturati durante rastrellamenti o deportati per azioni di rappresaglia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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