Scatta l’offensiva
per fermare
i piromani

Uno degli ultimi incendi ha interessato il Guglielmo, la montagna più amata dai bresciani
Uno degli ultimi incendi ha interessato il Guglielmo, la montagna più amata dai bresciani
Uno degli ultimi incendi ha interessato il Guglielmo, la montagna più amata dai bresciani
Uno degli ultimi incendi ha interessato il Guglielmo, la montagna più amata dai bresciani

Che fine ha fatto l’emergenza incendi boschivi? È abbastanza improbabile che i piromani in azione, impuniti da settimane, si siano fatti impressionare da una giornata di pioggia e dalla (poca) neve caduta, pronta a svanire in fretta per effetto delle alte temperature se non arriveranno altre perturbazioni.

IL VERTICE SULL’ALLARME incendi dolosi in alta Valtrompia, inizialmente fissato per ieri fra esponenti della Regione, procura e prefettura, è stato rinviato. Ma la strategia per fronteggiare un’offensiva senza precedenti contro gli incendiari sta prendendo forma, anche se la priorità è trovare risorse umane per supportare la rete di squadre antincendio del territorio praticamente in mobilitazione permanente dall’inizio dell’anno.

Solo grazie al costante impegno dei gruppi di volontari, coordinati dalla Comunità montana e supportati da Forestale e Vigili del fuoco, la logorante guerriglia dei piromani non ha distrutto aree naturalistiche di alto pregio del Maniva. Ma il conto è comunque pesante

In poche settimane, da Collio a Marcheno passando per Tavernole, sono stati inceneriti circa 1.200 ettari di pascoli e aree boscate, per effetto di 34 diversi roghi appiccati deliberatamente. Le indagini sugli incendi dolosi saranno coordinate da un solo pm per rendere più incisiva l’azione giudiziaria. Il secondo passo per rendere organica ed efficace la campagna contro gli incendi dolosi, sarà il coinvolgimento diretto degli enti locali del territorio coinvolto dall’emergenza. In sintesi, alla Comunità montana della Valtrompia verrà affidato il compito di incontrare rapidamente i sindaci dei Comuni presi di mira per concordare gli interventi di prevenzione, repressione e dissuasione da mettere in campo: i riferimenti di legge non mancano e sono molto efficaci, purchè ci sia la volontà politica di utilizzarli. A partire dalle misure, che prevedono un fermo decennale dell’attività zootecnica e di quella venatoria sulle aree attraversate dal fuoco. Un’azione di dissuasione che in altre parti d’Italia si è rivelata particolarmente incisiva perchè ha incentivato le categorie penalizzate dal fermo a denunciare i piromani.

INUTILE DIRE che il territorio e i cittadini aspettano risposte urgenti. E non solo nella valle del Mella. Se infatti da queste parti si è assistito all’azione più sistematica dei criminali con la tanica, non bisogna dimenticare che anche la Valsabbia, la Valcamonica (con un devastante rogo a Malonno), l’alto Garda con i pascoli della Valvestino ridotti in cenere e persino il Parco dell’Oglio, in piena Bassa, hanno fatto i conti con una stagione orribile che ha lasciato cicatrici profonde, difficili e complesse da risanare.

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