Ricorsi, costi e incognita M5S le ultime sacche di resistenza

di C.REB.
Sullo sfondo del progetto restano ancora delle incognite
Sullo sfondo del progetto restano ancora delle incognite
Sullo sfondo del progetto restano ancora delle incognite
Sullo sfondo del progetto restano ancora delle incognite

Sull’orizzonte del progetto dell’autostrada della Valtrompia, che sembra ormai tutto in discesa, si stagliano ancora degli spettri. Il primo è legato al doppio ricorso al Tar e al Consiglio di Stato presentati dal Comitato No Autostrada in merito alla Valutazione di impatto ambientale, scaduta ormai da più di dieci anni. Il Tribunale amministrativo - nonostante il «sollecito» del Comitato - non ha ancora espresso il suo parere, ma prima o poi sarà un problema da affrontare. Inoltre, i rappresentanti dell’opposizione contano anche sull’appoggio del ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, e soprattutto sul fatto che il Movimento 5 Stelle è parte costitutiva del Comitato No Autostrada. E proprio a livello politico potrebbe arrivare il terzo ostacolo, che riguarda l’esito quantomai incerto della fusione tra Anas e Ferrovie dello Stato. Il governo Lega-Cinquestelle sta infatti valutando la possibilità di rivedere la fusione, anche perché al perfezionamento dell’operazione mancherebbero alcuni passaggi che l’esecutivo giallo-verde non avrebbe ancora portato a termine, ma che anzi non sembrerebbe affatto intenzionato a compiere. «Se vedremo che non ci sono vantaggi in questa fusione, non sarà un problema tornare indietro», ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro Toninelli. Una presa di posizione che si inserisce nel solco di quelle già espresse dai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. MA SE ANAS e Ferrovie dello Stato dovessero dirsi addio una volta giunti all’altare, cosa succederebbe? Secondo gli esperti, se Anas dovesse rientrare nel perimetro del bilancio dello Stato, i motivi che ostavano prima della fusione si ripresenterebbero di nuovo. Anas dovrebbe di nuovo misurare le risorse, non potendo più agire e muoversi sul mercato come avrebbe voluto. E, alla luce dei vecchi vincoli, il governo sarebbe disposto a spendere circa 200 milioni di euro per la bretella della Valtrompia? «Dubito che arriveremo a tanto - sottolinea il senatore leghista Stefano Borghesi -. Credo che la governance non vada ad incidere sull’operatività delle stesse aziende, penalizzando i territori. Su questo aspetto sono tranquillo». Una tranquillità che invece pare si respiri a fatica all’interno del Gruppo Salini - raggruppamento temporaneo di imprese Salc-Carena. Pare infatti che uno degli azionisti di minoranza, che detiene il 20% delle quote, abbia espresso «perplessità» sul contratto sottoscritto con Anas. I conti non tornano, o è necessario chiedere qualcosa di più. Firmato l’accordo, Salini ha di fatto garantito la sostenibilità finanziaria dell’operazione, ma qualcuno sembra non essere pienamente d’accordo. •

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