SALò Banda musicale in testa, gonfaloni, parroco, chierichetti e fedeli, tutti in pellegrinaggio ieri all’alba da Fasano a Salò. Succede anche questo sulla Gardesana in estate. Dagli inizi del 1800 è ormai tradizione che la seconda domenica di luglio si rinnovi questo rito religioso di preghiera e devozione. Nello specifico per la Madonna del Carmine di Salò. La celebrazione si tramanda infatti da generazioni proprio per la grave siccità aveva «impoverito» la Riviera rendendo improduttivi i raccolti e provocando fame e miseria. Per questo motivo i «fasanèi» (gli abitanti di Fasano), all’epoca percorsero a piedi i cinque chilometri che separano la chiesa dei santi Faustino e Giovita di Fasano al santuario della Madonna del Carmine a Salò, per supplicare la Vergine di fare cessare il flagello. Le cronache dell’epoca raccontano che una volta terminata la messa, dal cielo cominciò a cadere la pioggia scrosciante. Da allora, ogni seconda domenica di luglio, si rinnova il voto particolarmente sentito. Giusto per dire, la banda musicale che ieri mattina alle 5 procedeva in testa al corteo religioso, era composta da 33 strumentisti in rappresentanza delle bande della Riviera del parco, da Tignale a Manerba. «È grazie alla sensibilizzazione di Paolo Arrighi, fasanese e musicista, che da un quarto di secolo la processione è impreziosita dalla loro presenza - spiega Anna Maffei dell’associazione culturale La Rata di Fasano -. La preghiera, la recita del rosario e i momenti di riflessione comunitaria sono sempre resi più solenni dagli intermezzi musicali che ci accompagnano ogni anno fino a Salò». All’arrivo i fedeli hanno partecipato nella chiesa del Carmine alla messa officiata da don Roberto Rongoni dell’unità pastorale di San Francesco. Ai tempi qualcuno ricorda, si andava poi a far colazione con latte e cacao dalle suore a fianco della chiesetta, altri invece tornavano a nord del lago sulle barche. Ora ci sono le auto, ma la devozione è la stessa. L.Sca.