l'intervista

Castelletti, col Vittoriale è pace ma non con Galli: «Giù le mani dal 2023»

La vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Castelletti

La città non è stata coinvolta, non emerge la collaborazione di Brescia e Bergamo su progetti davvero comuni, Giordano Bruno Guerri ha ragione da vendere... E via così... Testo e musica dell’assessore regionale Stefano Bruno Galli. Note che in Loggia sono risuonate stonate.

Assessore Laura Castelletti, sono cose vere quelle che dice Galli, avete fatto troppo da soli? C’è poco di concreto e di concertato nel dossier?

Cominciamo col dire che il direttore del Vittoriale sarà in Loggia la prossima settimana, lui e Del Bono si sono sentiti e anche capiti. Non c’è più una polemica se mai c’è stata, ma c’è aperta la possibilità di collaborazione. Come ho già detto, le porte sono aperte per tutti. Quanto al dossier, pensi che quello delle città che ci hanno preceduto era di una sessantina di pagine, non di 130. E questo perchè lo chiede il Ministero. Ne avessimo presentate 300 lo avrebbero respinto.

Pace fatta dunque con Guerri, ma Galli?

Galli è l’unico assessore di Regione che ha scelto di svilire il lavoro di città della sua stessa regione. Per me non lo ha neppure letto il dossier. E comunque sia non ne ha capito la natura. Lo ripeto: è un percorso aperto, in fieri, quello della Capitale della cultura. Le altre città, da Mantova a Parma, non erano in una situazione diversa un anno prima, nè diverso era il percorso che hanno seguito. Pensi che a Parma mi dicevano che hanno ricevuto progetti fino ad una settimana prima.

Insomma, lo «sportello 2023» non è chiuso.

Macchè. È apertissimo. Pochi giorni fa Davide Dotti, storico dell’arte, mi ha portato un progetto intitolato “Brescia e Bergamo: dialogo tra storia e cultura“. Il Consorzio del Garda uno su un itinerario nel segno del leone di San Marco. Non è che gli ho detto, mi spiace è tardi. La selezione saranno i bandi, un luogo neutro, a farla; lì si struttura il programma. Ma anche i bandi di marzo non sono senza appello.

Avete coinvolto poco le opposizioni? Loro pensano di sì, e si sono sentire voci critiche più o meno isolate nella pubblica opinione.

Se uno considera che c’è quasi tutto da fare in tema di palinsesto non può non pensare che sulla capitale della cultura, a cominciare da Galli, si sta già facendo campagna elettorale.

Le voci su di lei candidata alla successione di Del Bono possono spiegare un «di più» di aggressività nella Lega?

Se il 2023 sarà un trampolino di lancio, non lo sarà per un candidato ma per la città. Questo dovrà essere. E nel centrodestra debbono capire che il fatto che Brescia trovi la consacrazione di città d’arte dopo essersi già ben posizionata è un patrimonio che erediterà chiunque governi un domani.

Era il caso di affidarsi a Ask Bocconi, non c’erano alternative «domestiche»?

A parte il fatto che Baia Curioni è il massimo esperto nel campo, con due città in gioco era quasi una necessità. Detto questo, è la professionalità che deve interessare ad un assessore. Rivendico il diritto di scegliere liberamente in questa logica. Baia Curioni proprio per la sua posizione terza ci ha obbligato a pensarci come una sola città, e a esprimere il meglio di noi.

Ci sono realtà che più o meno esplicitamente lamentano di non essere state coinvolte? La Loggia non è andata verso la città per intercettarne il meglio?

Vede... No, la logica è inversa. Solo se uno non comprende questo punto, può pensare di essere snobbato. Prendiamo l’Università Statale, all’inizio ci fu una lieve incomprensione, ora collaboriamo benissimo sul monitoraggio dei flussi turistici e open data. Noi ci siamo messi all’ascolto, ci siamo assegnati un ruolo di supporto, adoperandoci per creare nessi. In tanti avevano l’ambizione di collegarsi con realtà di Bergamo, ma non le conoscevano. Noi per loro abbiamo trovando i punti in comune. Qualche esempio: il castello di Padernello ha proposto un’iniziativa sulle armature e armi antiche proprio come la comunità di Valtrompia: le abbiamo unite e cercato analogie a Bergamo. E così nel basso Garda, si facevano avanti con proposte diverse, abbiamo detto: avete lì un curatore come Stefano Lusardi, coinvolgetelo. •.

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