Il documentario

«A Semiramide»: vita, opere e mistero

di Elia Zupelli
Domani la première   «A Semiramide»: in programma alle 18 al Nuovo Eden
Domani la première «A Semiramide»: in programma alle 18 al Nuovo Eden
Domani la première   «A Semiramide»: in programma alle 18 al Nuovo Eden
Domani la première «A Semiramide»: in programma alle 18 al Nuovo Eden

Sguardo enigmatico e ammaliante, lunghe sopracciglia sottili, un allure quasi hollywoodiano nelle pose plastiche tra le palme in black & white: al chiromantico «consultorio» di via Aleardo Aleardi, che aveva eletto a sancta sanctorum dove manifestare i suoi prodigiosi poteri di chiaroveggenza, accorrevano regolarmente politici - da Umberto II a Italo Balbo -, divi del cinema come Vittorio Gassman e Gina Lollobrigida. Leggendaria, poi, fu la sua (nefasta) profezia a Claretta Petacci, sulla tragica fine a cui sarebbe andata incontro insieme a Benito Mussolini, scandita nelle penombre di un «Vedo molto buio» così tranchant. Ebbene. Disciolti in una storia troppo bella per non essere raccontata, vita, miti, tipi, archetipi e opere divinatorie di Elisa Gazzo Semiramide (1907-1962), la veggente bresciana per antonomasia, scorrono nel documentario «A Semiramide», realizzato da Silvia Ghilardi (giornalista, ideatrice del soggetto e sceneggiatrice) e Silvia Cascio (videomaker e montatrice), la cui première è in programma domani alle 18 al Nuovo Eden, in città. Durante l’appuntamento, organizzato in collaborazione con il Comune, la Fondazione Civiltà Bresciana e l’associazione Amici della Fondazione Civiltà Bresciana, interverranno anche il cantautore Charlie Cinelli e il ricercatore Raffaele Piero Galli. Tra «scavi d’archivio», incontri, interviste, testimonianze e aneddoti raccolti in 3 anni di lavoro condensati in 50’, il documentario restituisce un vivido spaccato culturale e sociale degli anni sotto la dittatura fascista e post conflitto bellico: «la storia di Semiramide non è solo locale ma si fa nazionale andando a sfiorare anche l’internazionale quando si parla della guerra di Spagna, dell’aviatore Lindbergh o dell’arcivescovo olandese John Van Ryswyck».

La direzione
Consapevoli di gravitare in una zona limbica ai confini tra realtà e folklore - un capitolo a parte è dedicato alla figlia disabile della veggente: la bambina che tutti a Sarezzo, dove nel 1953 si trasferì col marito a Villa Usignolo, dicevano fosse nata da un patto col demonio, avesse i piedi a forma di zoccolo di capra ed emettesse senza sosta urla disumane -, le due registe hanno scelto di compiere un passo in più verso la verità, scegliendo di fare per la prima volta una perizia grafologica sulle dediche scritte dai personaggi illustri nel corso degli anni e inviate alla cartomante. «Il sospetto era che, essendo Semiramide una brava grafologia, potesse avere scritto lei stessa quelle dediche - raccontano le registe -. Anche a detta di un esperto dell’Istituto Internazionale di Grafologia Girolamo Moretti di Urbino, erano tutte autentiche». I sacerdoti che a turno venivano a celebrare la messa nella sua cappella privata «dicevano a Semiramide che la causa della disabilità della figlia era la sua professione. Se avesse smesso, la ricattavano moralmente, sua figlia disabile sarebbe guarita e avrebbe potuto avere un altro figlio. Qui la domanda sorge spontanea: ad un uomo questa pressione sarebbe stata fatta?». 

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