Amarcord

Mezzo secolo di «Happy days»

di Elia Zupelli
Happy Days, i protagonisti
Happy Days, i protagonisti
Happy Days, i protagonisti
Happy Days, i protagonisti

 «Le vie del Fonzie sono infinite», ma purtroppo per lui e per il suo ciuffo leccato e brillantinato alla Elvis non immuni all’inesorabile scorrere del tempo, che nemmeno i miti della cultura pop risparmia: è dunque inevitabile avvertire un brivido di malinconia ripensando alla giacca di pelle, agli «Hey» a pollici alzati e a quell’aria da ribelle della porta accanto di Arthur Fonzarelli detto appunto Fonzie, star di «Happy days» (happy birthday!), una delle sitcom più iconiche della storia della tv che debuttava il 15 gennaio 1974, un martedì, sul network Usa Abc, ancora ignara dei proseliti che avrebbe ottenuto.

Happy Days, storia e protagonisti

Quanta strada Cinquant’anni di onoratissima carriera per una storia creata da Garry Marshall come un viaggio indietro nel tempo durato 11 stagioni (dal gennaio 1974 al 24 settembre 1984: 255 puntate in totale) ambientate in un «mondo perfetto» filtrato da tanto humour, buoni sentimenti, colori pastello e dalla nostalgia di una Milwaukee a cavallo tra anni '50 e '60, tra ricordi e sogni, affidato a un cast che oltre a Henry Winkler alias «Fonzie» comprendeva Ron Howard (poi regista e produttore da Oscar), interprete del bravo ragazzo protagonista Richie Cunningham, e ancora Marion Ross, Tom Bosley, Erin Moran, Anson Williams e Don Most, questi ultimi nei panni di Potsie e Ralph Malph, gli inseparabili amici di Richie cresciuti insieme nel mitologico locale Arnold’s.

 

Marion Ross, la signora Cunningham, nella casa di Giulietta a Verona nel 2007. Oggi ha 95 anni
Marion Ross, la signora Cunningham, nella casa di Giulietta a Verona nel 2007. Oggi ha 95 anni

Scivolando fra amori e disamori innocenti, scorribande morigerate, incontri ultraterreni come quello con un irresistibile alieno, Mork (un certo Robin Williams…) e ordinari bisticci domestici che nel caso della famiglia Cunningham si risolvono nel giro di una puntata, la serie dopo una falsa partenza con un primo pilot nel 1972 che non convince la Abc (Marshall pensava di intitolarla «Cool»), impatta definitivamente nel 1974; il successo è istantaneo e destinato a crescere in modo debordante, fino a trasformare la sitcom in un fenomeno mondiale, che ovviamente deflagra anche in Italia dove sbarca per la prima volta nel 1977 su Rai 1.

The Bronze Fonz è un'opera d'arte pubblica dell'artista americano Gerald P. Sawyer, situata sul Milwaukee Riverwalk nel centro di Milwaukee, nel Wisconsin
The Bronze Fonz è un'opera d'arte pubblica dell'artista americano Gerald P. Sawyer, situata sul Milwaukee Riverwalk nel centro di Milwaukee, nel Wisconsin

«Questa serie è stata per me la quintessenza del successo televisivo» racconta nella sua autobiografia Garry Marshall, scomparso nel 2016 e regista anche di altri grandi successi al cinema come «Pretty woman» e «Paura d’amare». Con  'Happy days' volevo raccontare storie di giovani, ma il nostro Paese era ancora in guerra: come potevo creare una commedia sugli adolescenti con il Vietnam come sfondo? Decisi di andare in una direzione diversa... Tornare agli anni Cinquanta: un'epoca che, almeno nella mia vita e nella mia mente, era molto meno complicata e più disimpegnata. Ciò ha catturato l’attenzione della gente. Del resto, le persone negli anni Settanta sembravano più felici del passato che del presente o del futuro».

Suggerimenti