I TRIANGOLI AMOROSI DI ERNEST

Da pochi giorni è uscito nell'edizione inglese di Picador, 194 pagine, il libro «Hemingway in love» di Aaron Hotchner che svela un uomo vulnerabile e dedicato all'arte dietro l'icona dello scrittore macho.«Quando uno è giovane e si innamora per la prima volta, come fa a sapere che quello sarà l'unico vero amore della sua vita? Come fa?»: Ernest Hemingway con un filo di voce ripete piangendo la sua domanda disperata all'amico venuto a trovarlo nel reparto psichiatrico del Saint Mary's Hospital di Rochester, Minnesota. E' il giugno del 1961. Tre settimane dopo, nella sua casa di Ketchum, Idaho, lo scrittore si ucciderà sparandosi in testa con una doppietta da caccia.«L'unico vero amore» a cui Hemingway si riferiva, quella sera a Rochester, era la prima moglie Hadley Richardson, dalla quale aveva divorziato 34 anni prima. L'amico al suo capezzale era Aaron Hotchner. Hotchner è l'unico ancora in vita degli amici stretti di Hemingway. Nel suo «Hemingway in love» evoca un artista tormentato dal rimorso per la fine del primo matrimonio e per non esser più stato felice come quando era giovane, senza soldi e insieme all'unica donna che avesse amato davvero.Erano gli anni '20 ed era Parigi, dove visse con Hadley e, con i consigli e l'aiuto di Scott Fitzgerald e Gertrude Stein, ispirato da giganti con James Joyce, Pablo Picasso e Juan Mirò - divenne uno scrittore. Il libro di Hotchner mette una parola definitiva sul periodo formativo di Hemingway in quella irripetibile Parigi. E sul peso che ebbero sulla sua intera esistenza gli intrecci amorosi di allora. Chi ha letto «Festa mobile» sa del rimpianto per la moglie Hadley. Ma scopre ora che dopo oltre trent'anni Hemingway era ancora devastato per averla tradita con la ricca Pauline Pfeiffer, che poi sposò. «La tragedia di aver amato contemporaneamente due donne lo perseguitò fino alla tomba», scrive Hotchner.In «Hemingway in love» sono trascritte confidenze registrate nel corso di circa sette anni. E' Hemingway che parla in prima persona, per l'ultima volta. Hotchner oggi ha 95 anni. E' uno scrittore attivo e carismatico. Fu tra i pochi intimi che chiamava Hemingway «Papa». Adattò per Tv e teatro i suoi lavori. Insieme, viaggiarono in Francia, Italia, Messico e Spagna, e si divertirono parecchio. Lo aveva già raccontato nel 1966 in «Papa Hemingway».Nel nuovo libro, «Hotch» raccoglie quel che lasciò fuori allora per non ferire l'ultima moglie di Hemingway, Mary Welsh (furono insieme dal 1946 al 1961, prima c'era stata la terza moglie Martha Gellhorn dal 1940 al 1945) con la descrizione di quanto dolore il marito si fosse inflitto lasciando scivolar via l'unico amore della sua vita. Nel libro il giudizio di Hemingway su Pauline, che pure inizialmente amò, è duro. Si insinuò tra lui e Hadley e con tutti i suoi soldi lo distolse dalle cose importanti, dice. Pauline non c'è più e non pubblicò memorie. La visione è quindi parziale. «Hemingway idealizzò Hadley e si ispirò a lei per i romanzi, ma con Pauline non fu tutto così disastroso» spiega Giorgia Diliberto, autrice della biografia di Hadley Richardson «Paris without end. Ritiene che il libro di Hotchner contenga errori e che Hemingway fosse «stizzosamente risentito» nei confronti di Pauline per motivi che niente avevano a che vedere con Hadley. In ogni caso, dice Naomi Wood, autrice di «Mrs Hemingway», il rapporto che Hemingway ebbe con le donne «spiega il desiderio di tenerezza che traspare anche nella sua prosa più dura». Le donne «mitigavano il senso di solitudine provocato dalla fatica di scrivere». «Ora devo dormire un po'. Se ho fortuna, forse sognerò di Parigi» sono le ultime parole che Hotchner registrò dall'amico, all'ospedale di Rochester.o