LA MUSICA NUOVA ORA È DECENNE

di Elia Zupelli
«La leva cantautorale degli anni zero»: fu doppio album, sito su rockol.it, tour che fece tappa a Breno
«La leva cantautorale degli anni zero»: fu doppio album, sito su rockol.it, tour che fece tappa a Breno
«La leva cantautorale degli anni zero»: fu doppio album, sito su rockol.it, tour che fece tappa a Breno
«La leva cantautorale degli anni zero»: fu doppio album, sito su rockol.it, tour che fece tappa a Breno

Sembra ieri ma sono già passati dieci anni: nel mentre il mondo è cambiato e il mondo della discografia pure. EPPURE «La leva cantautorale degli anni Zero» ha resistito agli urti della vita e al capolinea (si spera) di questo maledetto 2020 è ancora in piedi, viva e scalciante, nonostante gli stravolgimenti, nonostante tutto: fotografia del meglio della canzone d’autore di inizio millennio, scattata per la prima volta nel novembre 2010 con l’obiettivo di «valorizzare una scena musicale che stava muovendo i primi passi, una nuova generazione di artisti», la Leva staglia ancora oggi i suoi riverberi multiformi amplificati dai percorsi interiori e musicali di 36 artisti provenienti da tutta Italia. Brescia compresa: fra i vari Brunori Sas, Dente e Mannarino, c’era e continua a esserci anche Ettore Giuradei, unico rappresentante «local» inserito in una rosa completata – tra gli altri – da Amor Fou, Beatrice Antolini, Dino Fumaretto, Patrizia Laquidara, Nobraino e Mariposa. Tutti nomi noti sul panorama alternativo italiano, quello figlio della musica indipendente, che hanno saputo farsi valere nel tempo, dimostrando di avere molto da dire. DEUS EX MACHINA della «Leva cantautorale degli anni Zero» fu Enrico Deregibus, con la direzione artistica di Enrico de Angelis per il Club Tenco e Giordano Sangiorgi per il Mei. «Era stata una gran bella esperienza, un anno di lavoro credo fruttuoso in cui avevo coinvolto festival, aziende, radio, testate giornalistiche, enti e associazioni di vario tipo - ha ricordato lo stesso Deregibus, lanciando poi un assist per non escludere il ritorno -. Sarebbe bello che gli artisti allora coinvolti volessero ricordare quell’iniziativa in qualche modo. Come? Non so, vediamo che succede…». NELLA SUA FORMA originaria il progetto comprendeva un doppio album con brani inediti, un sito dedicato su rockol.it, più un tour di una quindicina di date, che fece tappa anche a Breno nell'ambito del festival «Dallo sciamano allo showman». L’impatto mediatico fu notevole, «un significativo sasso nello stagno capace di segnare cerchi importanti e senza fine, connettendo la nuovissima scena indipendente e la storica canzone d'autore in un felice crossover». Cifra distintiva – destini incrociati – della seguente evoluzione artistica di Ettore Giuradei (1981), che proprio in quest’ultimo periodo ha lanciato su produzionidalbasso.com l'idea di un «crowdfunding continuo», articolato in diversi progetti, per non soccombere agli effetti collaterali della pandemia. Cominciando dalla post-produzione del materiale video girato a New Orleans lo scorso 24 febbraio, poco prima del lockdown, per produrre un videoclip del brano «Stupito» (tutti i dettagli con un clic al sito). «‘Do or Die’, come dice Ani DiFranco… La mia attività artistica ha sempre più bisogno di tempo e di conseguenza di denaro, donato, da chi se lo può permettere ma soprattutto da chi crede che io, come tanti e tante di noi, possa essere veicolo di un profondo scambio di informazioni nell’infinita ricerca di una definizione» le riflessioni del cantautore bresciano (classe 1981), che s’impegna sempre alla ricerca di una profondità nelle cose. «Sicuramente è critica la nostra condizione - prosegue -, niente è come prima, ma tutto sembra resistere senza voler cogliere l’occasione per rispondere fino in fondo a quello che tutti i giorni pensiamo: meglio eclissarsi da questa società in rovina o meglio eclissare questa società in rovina?». •

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