L’editoriale

Corsa al voto l’Europa dimenticata

di Stefano Valentini

La polemica è greve e non seria. La campagna elettorale per le europee s’era aperta all’insegna degli insulti inaugurati a sinistra contro il generale Roberto Vannacci (candidato della Lega) per l’infelicissima e poi da lui stesso chiarita e corretta pessima uscita sulle classi separate per disabili. Ma quella vicenda, che rievocava temi e toni politici da preistoria, ora è stata superata da destra. La nuova offesa ha preso di mira Elly Schlein, leader del Pd, paragonata alla donna di Neanderthal dal fratello d’Italia, Luigi Rispoli. A sua volta costretto alle scuse dalla bufera che lui medesimo aveva provocato. Nell’attesa delle prossime ingiurie tra maggioranza e opposizione in vista del voto dell’8 giugno, forse vale la pena ricordare ai contendenti i grandi e concreti temi dell’Europa, questa sconosciuta, su cui farebbero meglio a spendere i loro dileggi. Perché sono temi d’importanza capitale per i cittadini, temi che dividono: scontrarsi è un dovere dei candidati e un diritto degli elettori, per sapere chi sta con chi e quali siano le ricette d’ogni forza politica. Altrove, in Francia e Germania, si fa proprio così: irriducibile contrapposizione su idee e programmi, non la fiera degli insulti. Il primo problema che ogni europeo sente e condivide oltre ogni frontiera si chiama sicurezza. La guerra di Putin impone anche ai candidati italiani di dire da che parte stanno e come pensano si possa raggiungere quella "pace giusta" da più parti invocata. Sicurezza significa impostare una nuova politica di difesa. Spieghino, gli aspiranti a Strasburgo, se e come intendono investire, in quali ambiti tecnologici e settori operativi, quel 2% del Pil richiesto per la comune protezione dall'alleanza Nato, di cui l'Italia fa parte. Per li rami discende la questione energetica, che la guerra aveva compromesso: grazie alla miopia della politica tedesca, l'Ue era legata mani e piedi al gas russo (oltre il 40% delle importazioni al momento dell'invasione dell'Ucraina). L'Unione ha dovuto battere altre strade in fretta per assicurare la propria indipendenza. L'energia porta al tema dell'ambiente, del clima, della transizione ecologica. Qual è la politica sostenibile dei vari candidati? Nucleare di ultima generazione sì oppure no? Ma ecologia e agricoltura sono tutt'uno: che propongono gli eurocandidati per valorizzare questo settore per noi strategico e fonte inesauribile del "made in Italy"? Europa vuol dire nuova politica sull'immigrazione e rinnovato Patto di stabilità, cioè economia, la madre di tutte le battaglie. In che modo gli eletti s'impegnano a garantire la gestione finalmente europea degli sbarchi? E che faranno per impedire che le nuove regole di bilancio finiscano per penalizzare l'Italia? Non manca la carne al fuoco per pretendere dai candidati risposte puntuali, competenti e convincenti, anziché insulti e volgarità.

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