L’editoriale

Europa e Pil ombre sul 2024

di Chiara de Felice

L’incertezza dominerà le prospettive economiche anche nel 2024, con la crescita ostacolata dai venti contrari tra cui le condizioni finanziarie ancora rigide e le tensioni geopolitiche. E l'Europa sarà l’area geografica con il Pil che soffre di più: ne sono convinti gli economisti sondati nell’analisi annuale pubblicata in occasione del World economic forum di Davos. Più della metà degli economisti (56%) si aspetta un indebolimento della crescita quest’anno, mentre il 43% non vede cambiamenti o ipotizza un qualche miglioramento.

Un’ampia maggioranza (oltre il 70%) ritiene poi che le condizioni finanziarie si allenteranno nel corso dell'anno, visto che ormai ovunque l'inflazione è in calo. «L'ultimo rapporto sulle prospettive degli economisti mette in luce la natura precaria dell'attuale ambiente economico», ha detto Saadia Zahidi, d.g. del Wef, spiegando che con le divergenze che accelerano, l'economia globale continuerà ad essere sotto pressione quest'anno. «La crescita è in stallo, le condizioni finanziarie restano rigide, le tensioni globali si accentuano e le disuguaglianze aumentano», secondo Zahaidi che vede la necessità di rilanciare la cooperazione globale per dare slancio ad una crescita «sostenibile e inclusiva».

Guardando alle diverse aree geografiche, se le prospettive per l'Asia restano positive e sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno, l’outlook per l'Europa si è significativamente indebolito: il 77% degli economisti (il doppio dell'ultimo sondaggio) si aspetta una crescita debole o molto debole.

Stime deboli anche per gli Usa, Medio Oriente e Nord Africa: sei economisti su dieci si aspettano una crescita moderata. Meno certezze per la Cina, con il 69% che si aspetta una crescita moderata dai consumi non brillanti. Secondo gli esperti l'economia globale soffre anche della frammentazione in aumento: per l'87% la geopolitica alimenterà la volatilità nell'economia e nei mercati, aumenterà la localizzazione rafforzerà i blocchi geoeconomici e amplierà il divario Nord-Sud nei prossimi tre anni.

Le politiche industriali rimarranno non coordinate. Gli economisti fanno delle previsioni anche sullo sviluppo dell'intelligenza artificiale: oltre il 70% ritiene che nel 2024 aumenterà l'efficienza e l'innovazione soltanto dei Paesi ad alto reddito. E nei prossimi 5 anni i benefici sulla produttività diventeranno «economicamente significativi».

Il 73% degli esperti non vede invece un impatto positivo sull'occupazione nelle economie a basso reddito

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