GERMANIA INDECISA

Incubo russo se l'Europa si divide

di Federico Guiglia

Il cancelliere temporeggiatore Olaf Scholz e la sua «non decisione» sull’invio dei carri armati richiesti da Kiev non aiutano la strategia compatta dell’Europa e dell’Occidente per fermare la guerra dei dieci mesi. Non aiutano neanche in senso pratico: l’aggressione di Mosca continua e la minaccia russa di un «disastro globale» imputato all’appoggio occidentale a Kiev s’alza di tono sull’onda dell’incertezza altrui, cioè tedesca. Si dirà che la prudenza di Berlino sui Leopard è proprio per impedire che la terza guerra mondiale, come la chiama Papa Francesco senza giri di parole, non degeneri oltre la frontiera dell’Ucraina e al di là della linea rossa delle armi nucleari evocate da Putin per terrorizzare il mondo. Ma, se il tergiversare è frutto della Realpolitik, ossia di realismo, tale non-scelta finisce per alimentare il sospetto degli alleati. Ovvero che la Germania di nuovo anteponga il proprio interesse nazionale e geopolitico a quello comune dell’Ue e del Paese aggredito che vuole difendersi. E la memoria corre subito al Nord Stream (gas dalla Russia all’Europa passando dalla Germania) che, grazie ai rapporti del mondo politico e imprenditoriale tedesco con quello russo, stava addirittura per raddoppiarsi (nel poi bloccato Nord Sream 2). Con l’effetto di una sudditanza energetico-economica dell’Ue da Mosca sotto gli occhi e il portafoglio di tutti. «L’indecisione sta uccidendo sempre più persone», accusa Zelensky. Il cancelliere tedesco nel mirino ribatte che il sostegno all’Ucraina non cambia. Ma una cosa è dire, altra è fare, specie in un conflitto dagli scenari sempre più preoccupanti. Più il tempo passa e gli orrori s’intensificano, più diventa complicato trovare un modo e un mediatore (ci provano tutti) per aprire uno spiraglio almeno di cessate il fuoco. Ma se già unita l’Europa combina poco, figurarsi divisa. E divisa a causa di Berlino, che pure avrebbe qualcosa da farsi perdonare per le sue relazioni con Mosca trasformate in boomerang per l’Ue. «L’atteggiamento della Germania è inaccettabile», attacca anche il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. Tra l’altro è in controtendenza con quello delle altre nazioni occidentali, Italia compresa, pronte non a rinviare, ma a inviare quel che l’Ucraina sollecita per resistere all’offensiva di Putin e del Generale Inverno.

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