LE PROSPETTIVE

La ripresa sarà messa alla prova dai tassi

di Carlo Pelanda

I dati mostrano un’economia italiana forte, ma in proiezione segnalano rischi per la ripresa nel 2022, prevista verso il 4,1% del Pil. Motivi: a) pandemia; b) inflazione; c) scarsità di materie prime e manodopera. A cui va aggiunto il rischio di delusione dell’illusione finanziaria - soldi disponibili a lungo - che ha pervaso troppa politica come segnalato da un esponente di Bankitalia. Al momento si tratta solo di rischi, ma è importante capire se potranno essere mitigati. Le nazioni europee più colpite dai contagi stanno reagendo con politiche di obbligo vaccinale: ciò potrebbe colpire l’economia nel primo trimestre, ma accelerarla in quelli successivi. Al riguardo dell’inflazione energetica c’è un movimento geopolitico nelle relazioni tra produttori e consumatori che promette di calmierare i prezzi, lasciandoli più alti dell’inflazione accettabile dalla Bce. Questa dovrà chiudere le politiche di acquisto del debito, ma tenterà di non alzare i tassi per tutto il 2022. La scarsità di beni importati verrà risolta da aggiustamenti del mercato, ma produrrà effetti negativi a breve. Il bisogno di lavoratori in Italia richiede l’impiego di immigrati e pressioni a chi percepisce redditi assistenziali, ma la politica è ostile. La Bce e l’Ue torneranno al rigore nel 2023, generando effetti già a fine 2022, compensati dai fondi europei (investimenti potenziali annuali del 3% del Pil fino al 2026). Per l’Italia c’è un rischio che, però, potrà essere bilanciato da maggiore ordine. Se così, l’attesa di Pil 2022 è tra il 3,5% e il 4,5%. In caso contrario sarà recessione.

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