L’analisi

Se compri adesso e paghi dopo

di Andrea D’Ortenzio

Il meccanismo sembra mettere d'accordo tutti: il cliente paga in tre o quattro rate senza interessi, il venditore riceve subito la somma per intero, la piattaforma finanziaria incassa commissioni generose.

Per questo il «compra ora paghi dopo» («buy now pay later», come si dice nella lingua inglese) sta scuotendo un mercato del credito non brillante e statico a causa degli alti tassi, mettendo a segno incrementi record, confermati nel recente shopping natalizio. Un fenomeno fortemente in crescita in Europa come negli Stati uniti.

Un successo che ha però messo in allarme sia le autorità di vigilanza e sia le banche centrali, le quali temono che la facilità e velocità del sistema nel concedere quello che è a tutti gli effetti un prestito, seppure di importo piuttosto limitato, porti a un indebitamento pesante per giovani, persone a basso reddito e poca istruzione che risultano essere i maggiori fruitori del servizio.

Sebbene gli importi siano frazionati in somme non elevate, la somma delle varie rate per acquisti, effettuati quasi sempre tramite i canali «online», può infatti raggiungere un importo che è poi difficile da ripagare a fine mese. Da lì discendono quindi commissioni e spese maggiori o insolvenze.


In sostanza, specie le autorità Usa, temono che tutti gli sforzi di questi anni per limitare e regolare l'indebitamento (con una vasta serie di norme sui prestiti, mutui e carte di credito), siano de facto aggirati.

Un analista di Wells Fargo lo ha battezzato «debito fantasma» e l'ufficio dei consumatori Usa ha in corso una serie di indagini dopo aver notato che i tassi di insolvenza sono molto superiori a quelli del credito al consumo e altre forme di finanziamento. In Europa la Banca d'Italia aveva segnalato possibili criticità già lo scorso anno e di recente la Banca d'Irlanda ha emesso una serie di caveat ai consumatori mentre la direttiva Ue di ottobre 2023, che verrà gradualmente attuata nei prossimi anni, punta a estendere le tutele dei clienti anche su questo aspetto. La Bri di Basilea, la 'banca centrale delle banche centrali', ha anch'essa raccomandato di aumentare la trasparenza e le info a disposizione dei consumatori e di monitorare le piattaforme finanziarie che, di fronte al moltiplicarsi delle insolvenze, potrebbero finire nei guai mettendo in pericolo la stabilità del sistema. Dal 2019 il «buy now pay later», è aumentato, secondo le stime della Bri di 6 volte, a oltre 300 miliardi di dollari di giro d'affari. In Italia fra il 2022 e il 2021, il numero di utenti è incrementato del 22 per cento

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