L’editoriale

Suez e Gaza l’Italia è pronta

di Federico Guiglia

Com’era inevitabile, l’Italia si prepara a far parte della missione navale dell’Unione europea nel Mar Rosso in difesa della libertà di navigazione. Una libertà compromessa dagli attacchi degli Houthi, i miliziani dello Yemen che da settimane colpiscono i mercantili a cui si deve il trasporto del 15% del commercio mondiale. Con pesanti ricadute anche sull’economia nazionale, come certifica l’Ispi (Istituto studi politica internazionale): la necessità delle navi di cambiare rotta per non subire gli attacchi, allungando tempi e consegne con circumnavigazione dell’Africa per evitare il canale di Suez, ha portato a un aumento dei costi di quasi 4 volte in un mese e mezzo. Trasportare oggi un container da Shangai a Genova, significa pagarlo il 350% in più. E nei maggiori porti italiani quest’atto di guerra e terrorismo allo stesso tempo ha già prodotto una riduzione commerciale del 20%. Si conferma, dunque, quel che con l’aggressione di Putin all’Ucraina avevamo imparato: anche le guerre in apparenza lontane, ci toccano da vicino. Lo avevamo sperimentato non solo facendoci carico, da europei, dei rifugiati ucraini e del loro dolore, ma anche in campo energetico ed economico con un’inflazione «nemica» in perenne agguato. Pure stavolta il costo della crisi causata dagli Houthi potrebbe far aumentare i prezzi in Europa dell'1,8% entro un anno. Non esistono più le "guerre degli altri": nel mondo globale l'impatto è sempre casalingo. Dalla realtà dei fatti è nata l'esigenza della missione militare dell'Ue "Aspides", che vede Italia, Francia e Germania in prima fila per garantire la sicurezza nel Mar Rosso. "Così si va verso la difesa comune europea", dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di questa missione, la terza concepita nell'Ue. Il ministro annuncia anche che, se dopo il conflitto si richiedesse una presenza dell'Onu nella Striscia di Gaza, l'Italia sarebbe disponibile a inviare "con comando arabo -il più giusto- donne e uomini che indossano l'uniforme del nostro Paese". Dunque, italiani pronti anche per il Medio Oriente. Ma ora l'attenzione è rivolta all'operazione che ha ricevuto il via libera dei ministri degli Esteri dell'Ue, e che partirà il 19 febbraio. Prevede, se necessario, l'uso della forza nel Mar Rosso. Un'iniziativa per proteggere, a differenza di quella anglo-americana in atto, "Prosperity Guardian", che è di dura reazione agli attacchi e alle minacce dei miliziani Houthi. Si punta a una "difesa rinforzata" dei mercantili, seguendo lo schema di una precedente missione originata da una proposta francese. Aspides potrebbe avere il suo quartier generale in Italia, a testimonianza di quanto sia per noi importante assicurare la libertà in un mare mai così in tempesta. E di quanto Roma, Parigi e Berlino siano legate per far valere i propri interessi nazionali. Che coincidono, ancora una volta, con l'interesse europeo.

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