L’editoriale

Trump «spaventa» l’Europa

di Michele Esposito

Michele Esposito L'Europa non deve temere il ritorno di Donald Trump, e «ad una 'America first' occorrerà rispondere con un'Europa che più che mai fa da sola». Di fronte alla Plenaria dell'Eurocamera, nella veste di presidente di turno dell'Ue, è stato il premier belga Alexander De Croo, a poche ore dal trionfo di Trump al caucus in Iowa, a smascherare una delle principali inquietudini che aleggia su Bruxelles, quella di un'Europa priva del suo principale alleato nella grandi sfide che l'attendono da qui ai prossimi mesi. L'eventualità è ben presente ai vertici europei. E la strategia che la prossima Commissione Ue sarà chiamata a mettere in campo non potrà non tenerne conto. Nel suo intervento sulle priorità della presidenza belga, non a caso, De Croo ha parlato di un «Industrial Deal» che dovrà accompagnare il percorso del Green Deal. «Serve una svolta. Per mantenere gli investimenti forti e per mantenere la produzione industriale qui in Europa», ha spiegato il capo del governo belga. Tracciando uno dei principali temi su cui Bruxelles lavorerà da qui alla prossima primavera, quello della competitività. Un dossier per il quale Mario Draghi è stato incaricato di preparare un report ad hoc. Un rapporto che, soprattutto nel caso di conferma di Ursula von der Leyen alla testa di Palazzo Berlaymont, sarà in cima all'agenda della futura Commissione. Il rischio per Bruxelles, da novembre 2024, infatti è duplice: trovarsi un'America molto più isolazionista di quella targata Joe Biden da un lato e una Cina economicamente sempre più aggressiva dall'altro. «È importante che Ue e Usa collaborino ma è altrettanto importante che l'Europa rafforzi se stessa», ha sottolineato il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis. Il come resta tutto da vedere. Ma cresce, a Bruxelles, il pressing sulla messa a punto di uno strumento sul modello del Recovery per rilanciare l'industria europea nel percorso della sostenibilità e dell'innovazione. E con l'obiettivo di essere meno dipendenti da Pechino. «Dobbiamo passare all'azione per riequilibrare le nostre relazioni commerciali ed evitare politiche distorsive. Le imprese dell'Ue meritano condizioni di reale parità», ha sottolineato von der Leyen nel bilaterale a Davos con il premier cinese Li Qiang. Con un Trump alla Casa Bianca, infine, molto potrebbe cambiare anche nel supporto all'Ucraina. «Per gli Usa sostenerla è una questione strategica, per noi è esistenziale», è, non a caso, l'assioma dei vertici dell’Unione europea.

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