Aeroporto, ora anche la polizia smobilita

La Leonessa
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Sin da quando è stato aperto il destino dell’aeroporto di Montichiari è sempre apparso incerto. Succursale di quello veronese di Villafranca, compresso nelle sue prospettive di sviluppo dalla vicinanza di quello molto dinamico di Orio al Serio, non è mai riuscito a ritagliarsi una sua dimensione. La presenza dei voli cargo, in primis quelli postali, è di fatto l’unica attività che si è sviluppata con volumi di traffico interessanti, ma per il resto poco o nulla. Ora arriva la notizia che il ministero dell’Interno ha disposto la chiusura del posto di polizia di frontiera operativo nello scalo, ultima sopravvivenza di quando da Montichiari si partiva e si arrivava. Alcuni servizi saranno comunque assicurati dai carabinieri ma di fatto il segnale che arriva è quello di un depotenziamento. Mantenere un posto di polizia nel deserto, con un traffico passeggeri inesistente, è evidente che non ha senso. Ma in oltre vent’anni di vita la storia dell’aeroporto D’Annunzio è stata un continuo alternarsi di scelte più orientate alla sua smobilitazione che al rilancio. Alcuni parlamentari bresciani della Lega parlano di «una scelta miope, soprattutto in un momento storico come questo e nel quale serve riqualificare l’aeroporto e tutti i suoi servizi». Per il resto siamo alle solite.

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