Caccia, se il bicchiere è sempre mezzo pieno

La Leonessa
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La sentenza del Tar sulla stagione venatoria contesa è un po’ come il dopo elezioni. Tutti hanno vinto, nessuno ha perso. Ma a colpire nella vicenda è la battaglia di comunicati, note, commenti e distinguo di amministratori che in pochi minuti hanno invaso redazioni e social come il Nilo in piena. Gli eroici componenti degli staff degli uffici stampa hanno indossato l’elmetto e si sono gettati in trincea, baionetta tra i denti, per difendere il bicchiere mezzo pieno. Mettetevi nei panni di un cittadino che non pratica l’attività venatoria e neppure fa le barricate contro i cacciatori. Già il lessico dei giudici del Tar è degno delle iscrizioni della Stele di Rosetta, figuriamoci se le parti in causa cantano in coro vittoria gonfiando il petto con orgoglio. C’è da impazzire. Eppure le sentenze dovrebbero essere semplici come il risultato di una partita di basket. Una squadra trionfa, l’altra soccombe. Non in questo caso, dove tutti dicono tutto e il contrario di tutto lasciando sgomenti i cacciatori e spiazzando gli stessi animalisti. La stagione venatoria è salva aspettando il prossimo calendario, i nuovi ricorsi e le sentenze, con la speranza di sapere almeno una volta chi ha vinto e chi ha perso. Sempre che nel frattempo i seguaci di Diana, esausti, non decidano di appendere le doppiette al chiodo.

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