Meglio la burocrazia che non avere regole

La Leonessa
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C’è una crescente e pericolosa fazione di politici che obnubilati dai fiumi di euro attesi dall’Europa invocano il «mani libere» sulle opere pubbliche. Dall’impatto ambientale alla correttezza degli appalti, «zero controlli per non bloccare la ripresa del Paese», affermano convinti. E per sostenere una tesi che espone fatalmente i progetti agli «appetiti» della criminalità, sventolano il feticcio della burocrazia malata. Purtroppo il partito trasversale che vuole smantellare i contrappesi delle garanzie di legalità nelle opere pubbliche, trova terreno fertile in casi surreali come quello del raccordo della tangenziale di Castenedolo. A 10 anni dall’apertura, il ministero scoprì che la rampa non era omologata. Ci sono voluti 18 mesi per stabilire a chi spettasse l’onere della messa a norma dello svincolo rimasto nel frattempo chiuso con disagi sulla circolazione. I lavori sono durati 20 giorni, per ottenere il collaudo sono bastate 48 ore, ma quando la riapertura sembrava imminente, la Provincia si è trovata suo malgrado impantanata nella partita per l’acquisizione di piccoli fazzoletti di terreni privati. Ma questo è bastato a tenere in stand by lo svincolo. Che rischia di diventare il feticcio di chi vuole azzerare la burocrazia solo perchè sogna un Paese senza regole.

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