Quando le scorie non avvelenano l’ambiente

La contaminazione c’è...e si vede, ma danno ambientale non esiste. Almeno fino a quando non sarà scientificamente provato che il torrente trasformato in uno stige lattiginoso dagli scarichi delle aziende ha provocato sfregi irreversibili sul territorio. Le sanzioni per i presunti responsabili dell’inquinamento rischiano dunque di essere più soft rispetto a quanto previsto dall’Unione europea. Il corto circuito legislativo si consuma nella Conca d’Oro, in un’enclave della Valsabbia feudo delle imprese siderurgiche. L’Ispra per riequilibrare la contraddizione ha invocato controlli rigorosi, attendibili e seri. Ma probabilmente non basterà. Perché in fondo nel quadro delle leggi italiane non esiste veramente che una sola coerenza immutabile: quella delle loro contraddizioni.

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