Una fine ingloriosa per il «frutto dell’amor»

Forse è solo un grossista di ortofrutta che ha fatto il passo più lungo della gamba e voleva svuotare i magazzini dalle eccedenze, risparmiandosi le noie del corretto smaltimento. Forse è invece un fidanzato respinto, un marito cornuto, un cuore spezzato e deluso dall’amore che ha così voluto simbolicamente oltraggiare, in segno di spregio e di plateale rifiuto, quello che è per tutti «l’unico frutto dell’amor». Forse ancora è opera di un artista, scultore estemporaneo, come allegorico monumento alla crisi del maschio svirilizzato nella società contemporanea. Sarebbe bello scoprire chi è stato a scaricare, nelle campagne attorno a Cazzago, due cataste di banane marce, per due volte in pochi giorni, a carichi da mezzo quintale l’uno. Lo cerca la Polizia locale per fargli la multa, lo cerca il mondo per fargli una domanda: perché?

Suggerimenti